Iuri legge per voi: Il morbo di Haggard (Dr.Haggard Desease, 1993) di Patrick McGrath

Mi sono trovato in difficoltà durante la lettura di questo romanzo. Spider aveva reso McGrath uno dei miei autori di riferimento: grazie al suo modo di trattare il disagio mentale, spogliato da tutti i lustrini che spesso cinema e letteratura utilizzano per addolcirlo, è riuscito a mettermi nei panni di chi quella fatica la vive su di se, spaventato da una mente che non smette mai di produrre scherzi affatto divertenti.
Il Morbo Di Haggard, invece, sembrava fatto di un'altra pasta, quasi un racconto rosa su di un fastidiosissimo e sdolcinato rapporto clandestino. Mi sbagliavo naturalmente e questo dimostra come sia utile proseguire anche con libri che sulle prime sembrano non essere scritti per me.

Quella che a tutti gli effetti appare la confessione di un uomo al figlio della sua amante, rivela quanto la passione del protagonista verso la donna si riveli un'ossessione che cresce quanto più la distanza tra i due aumenta.
Non è stato facile scegliere di stare con l'autore, perché ciò che racconta e la versione zuccherata di un'infatuazione travolgente. Ma c'è anche la rottura di un rapporto che pareva indissolubile (almeno al protagonista) e questo mi ha aiutato a seguire avventure che sentivo anche mie, seppur con il disincanto di chi non è costretto a vivere con la morfina come compagna.
Haggard è un uomo solo e umiliato che non riesce a trovare altro stimolo al culto di chi non c'è più. Un uomo le cui passioni dolciastre si rivelano essere pericolose, travianti, confuse, fino a diventare folli. Uno che vuole vedere nel figlio dell'amata ciò che lei ha rappresentato, anche se forse il vero cuore della sua insanabile passione sta nella struttura che esso ha costruito addosso al ricordo di lei.
Un libro che nel finale diventa quasi disturbante, perché se Spider era quantomeno consapevole della schizofrenia che gli mangiava la vita, Haggard è anche nudo di fronte al suo problema, incapace di porvi rimedio e troppo solo e demotivato per mettere freno all'uso della sostanza che lo aggrava.
Insomma, un'altra lettura che è stata capace di descrivere la fatica di chi si trova a fare i conti con ostacoli forse insuperabili.
Fatevi il favore di leggerlo. Se anche lo trovaste a tratti ostile, non permettetevi di mollarlo. Saprà ripagarvi lautamente.


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