CDC #106- I poco fantastici viaggi di Gulliver: Gulliver's Travels (2010)


Non ho mai letto I Viaggi Di Gulliver. Una mancanza imperdonabile, lo so, alla quale forse un giorno porrò rimedio. Nel frattempo sono pronto a scommettere tutti i miei averi (non granché, a dire il vero) che il romanzo sia molto meno stupido di questa sua riduzione cinematografica.
Cosa me lo fa pensare? Beh, magari che non si tratta di una storia con Jack Black, scritta attorno a un Jack Black che deve fare il Jack Black.
Ma sono solo supposizioni.

Non che abbia qualcosa in particolare contro l’attore americano, capiamoci. Anzi ammetto che da spalla in film come Alta Fedeltà aggiungeva una dose di carisma notevole al progetto. Cosi come il suo ruolo da protagonista in School Of Rock funzionava, soprattutto per la freschezza di un personaggio ancora da scoprire.

Ma nel 2011, a tanti anni di distanza da quelle performance, la figura dell’adulto infantile con la fissa del rock iniziava a sapere di stantio.
Insomma Jack Black mi da l’impressione di essere uno di quei comici imprigionati dentro un personaggio dal quale non riesce più a liberarsi. Non credo sia un caso l’assenza dell’attore in ruoli di spicco in questi ultimi anni.
Anche se pare si sia aperto un canale Youtube per continuare a fare il Jack Black in santa pace, se siete interessati.
E’ difficile del resto inventarsene sempre una nuova per farci stare dentro Jack Black. Letterman ci prova adattando la fase lillipuziana dei Viaggi Di Gulliver. La più inflazionata. Forse quella più adatta.
La sensazione, da profano, e’ che la coerenza con il testo di partenza sia un attimo lasciata in secondo piano. A risaltare qui dev’essere la figura del protagonista che giganteggia (ha-ha) in mezzo a un gruppo di comprimari anonimi, ingenui e interpretati da una schiera di attori per lo più di seconda fascia. Stupisce in questo senso la presenza di Emily Blunt relegata a un ruolo marginale, oltre che umiliante quando deve fare il coretto all’ennesima esibizione di rock classico offerta da Jack Black.


Di buono c’è che il film dura 80 minuti. Sembrano di più, ma ci restituisce alla vita in un tempo accettabile. Anche per un’opera orrenda come questa.
Nel vuoto di una storia che ci racconta per l’ennesima volta la presa di responsabilità da parte del ragazzone discolo, mi piacerebbe portare in dote parole positive almeno per l’aspetto estetico della pellicola.
Purtroppo però dovrò rinunciare a tale privilegio. Non so come funzionasse lo spettacolo visto nel 3D per il quale venne pensato. Ma nella classica visione bidimensionale i 112 milioni investiti sul progetto paiono onestamente buttati. Effetti speciali da teatro delle marionette, costumi di carnevale, piattume generale.
Un film brutto. Che la colonna sonora da film di Jack Black non può certo risollevare.
Ma chissà. Se siete fan di Jack Black fino al midollo osseo ci sta pure che vi piaccia. Qui c’é tutto dell’attore americano. Dalla costruzione del perdente che si trasforma in adulto di successo, all’infantilismo nerd, al rock classico e tutte quelle cose che rendono Jack Black il leader spirituale di una comunità, in un certo senso.

Se invece ne avete avuto abbastanza di questo stereotipo e siete giunti al punto in cui non riuscite più a sopportare un artista che sembra incapace di evolvere, beh, non serve che aggiunga altro.


Commenti

  1. L'altro giorno ho rivisto "School of Rock" per boh, la trentesima volta, ogni volta che mi chiedo che fine abbia fatto Giacomo Nero, penso al disastro di questo film. Cheers

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    1. Spesso si esagera a raccontare sempre la stessa barzelletta.

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