Lo spettatore #234- Aprite le porte alle streghe: The Vvitch (2015)
Attorno alla metà degli anni dieci dentro al mio povero cranio si formò la convinzione che The Vvitch fosse l’opera conclusiva di un trittico ideale arrivato a sancire la rinascita del genere horror al cinema, assieme a Babadook e It Follows. Ma se questi ultimi li apprezzai molto (specialmente il secondo) in sala ai tempi, con The Vvitch saltai il turno e da allora è sempre rimasto sullo sfondo. Nel frattempo il film di Robert Eggers è passato attraverso autostrade ricoperte di petali gettati dagli appassionati andati in visibilio. Ecco, tutto questo ha montato in me le aspettative e le aspettative sono peggio delle streghe. Partiamo col dire che, dal mio punto di vista, Eggers non mette su uno di quei prodotti di genere pieni di simbolismi (come se vogliamo lo erano i due film citati qui sopra) e approcciarsi a The Vvitch con l’occhio razionale di chi cerca di tradurre ogni figura in qualcosa di altro rischia di rovinare parecchio l’esperienza. Qui le streghe sono semplicemente mos