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Iuri legge per voi: La tragedia del Korosko (The Tragedy Of The Korosko, 1898) di Sir Arthur Conan Doyle

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  Non avevo mai letto nulla di Arthur Conan Doyle e partire da qualcosa che non coinvolga Sherlok Holmes ammetto possa sembrare una scelta strana, della quale potrei fornirvi una spiegazione sensata, se solo ricordassi il perché io l’abbia fatta. Ma va be, magari non è nemmeno così importante. I quattro capitoli in apertura del romanzo, lo ammetto, mi hanno fatto maledire tale decisione, vista l’estrema vacuità, anzi, direi quasi frivolezza della narrazione. Conan Doyle utilizza la prima parte del suo lavoro per presentare i personaggi, come ovvio che sia, ma il contesto della crociera per aristocratici e alto borghesi non è certo il più pimpante per un racconto d’avventura. Una questione più che altro di stile e di struttura, credo, perché in realtà i discorsi che fanno questi soggetti hanno anche un loro interesse nel far capire come non sia bastato un secolo e mezzo per far cambiare il mondo. Sentir parlare di Gran Bretagna stufa di fare il poliziotto del pianeta e dell’Europa...

Lo spettatore #251- La paura di perdere qualcuno: Pietà (피에타, 2012)

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Una storia di vendetta. Un revenge and rape (inversione dei termini voluta) anomalo, crudele, infido, insinuante, senza pietà (appunto). Roba che solo in oriente hanno ormai il coraggio di presentare. Ecco, il film parte subito mettendo le cose in chiaro: il nostro eroe qui è un totale squilibrato, sadico bastardo il cui compito è recuperare i crediti elargiti a strozzo dal suo capo. Completamente privo di morale, storpia persone senza tentennamenti, tra l'altro tutta gente povera che fatica a mettere insieme il pranzo con la cena e che rappresenta la culla della cultura coreana destinata a farsi assorbire dalla modernità. Poi però nella sua vita entra una strana donna che pare arrivare dal passato e che ne sconvolge le abitudini, costringendolo a fare i conti con una nuova compagna: la paura di perdere qualcuno. Mi fermo qui con la trama, anche perché Kim Ki-duk se la gioca con qualche colpo di scena che è giusto lasciare nascosto, anche se la sua opera non è fatta di questi strat...

Lo spettatore #250- Una faccia da schiaffi: Senza esclusione di colpi (Bloodsport, 1988)

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Dice che Bloodsport racconta la storia vera di Frank Dux e del suo inatteso trionfo al Kumitè del 1975. Tutte cose millantate dall’artista marziale senza prove, ovviamente, ma comunque intriganti per scriverci sopra un bel film di schiaffoni e lanciare la carriera di un tizio snodabile che di nome fa JCVD. Tramina piuttosto esile quella messa a terra da Christopher Cosby e Mel Friedman: in sostanza si sa che c’è un torneo clandestino a Honk Kong, si sa che parteciperà il visetto di JCVD (e che quindi lo vincerà) e si vede subito un personaggio con la faccia da bullo delle medie che non potrà che essere il grande cattivo della vicenda, quel Chong Li (Bolo Yeung) spietato e scorretto con il percorso già preparato per la finale. Diciamo che non serve essere molto acuti per capire come andrà a finire, ma può comunque rivelarsi interessante scoprire come il film ci condurrà attraverso il percorso. Newt Arnold decide di offrire il centro della scena a Van Damme, qui al primo ruolo di rilievo...

Lo spettatore #249- Un altro pagliaccio assassino: Terrifier (2016)

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Il titolo di oggi mi è passato davanti agli occhi talmente tante volte da finire inevitabilmente per incuriosirmi. Tenevo un vago senso di sospetto sempre attivo nei confronti di Arthur il Clown però, perché da lontano sembrava il solito assassino da film slasher. Ma soprattutto temevo che la tradizionale stupidità delle sue vittime mi facesse bollire il latte nelle ginocchia. Complice il consueto allineamento planetario di certe domeniche mattina invernali, mi è finalmente capitata l'occasione di buttare l'occhio sul primo film di quella che ormai possiamo definire saga. Un prodottino girato con due spicci, si direbbe, con poche ambientazioni e una manciata di caratteristi buttati nel mucchio. Damien Leone e il suo gruppo sono consapevoli di tutti i limiti derivanti da simili condizioni e paiono sfruttare l'occasione per mettersi alla prova rinunciando a pretese o ambizioni. Il risultato è un'opera effettivamente derivativa del genere horror più in voga negli anni otta...

Lo spettatore #248- Film del terzo tipo: Nope (2022)

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Non so perché a volte mi vengono in mente certi paragoni, ma dopo aver visto Nope la prima cosa che mi è saltata in testa è stata che Jordan Peele potrebbe essere il vero nuovo Steven Spielberg, alla faccia di JJ Abrahms e di tutti gli scimmiottatori seriali. Chiaramente, ben consapevole della stupidaggine partorita dal mio stanco cerebro, mio sono subito schiaffeggiato da solo imponendomi lo sciacquo della bocca. Ma sapete com’è: quando un’idea ti si insinua nel cervello, scacciarla diventa difficile. Anche perché Peele lo conoscevo da prima di Nope e non mi era sfuggita la sua capacità di infilare argomenti senza considerare l’intrattenimento come un prodotto del demonio. Get Out mi aveva divertito parecchio grazie al suo modo originale di interpretare il genere, alla svolta narrativa che ribalta tutto e alle inquietudini che si respirano prima che avvenga, senza che questi elementi andassero a oscurare la denuncia all’ipocrisia di certi ambienti imbellettati. Con Nope il regista ava...

Lo spettatore #247- Arrivano i mostri (non solo su Seul): Colossal (2016)

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Quando Colossal è uscito nell’ormai distante 2016 (forse 2017 da noi) ha completamente mancato i miei radar (allora ancora attivi e funzionanti), rendendomi del tutto ignaro della sua esistenza. Nonostante tutta la sua furtività il film è comunque riuscito ad entrare nella lista delle cose da vedere e non ho idee su come abbia fatto. Ci sono arrivato alla cieca, quindi, che poi è sempre l’approccio migliore per godersi lo spettacolo. Vi avviso subito: parlare di questa pellicola senza lasciarsi andare a qualche anticipazione è inevitabile. Se la cosa dovesse infastidirvi tornate in un'altra occasione, con la visione messa in archivio e una nuova consapevolezza . Sappiate che guardare Colossal potrebbe rivelarsi un’esperienza intrigante, più di quanto non sembri vedendo i suoi spezzoni sparsi per la rete. In sostanza la storia ci racconta di Gloria, che oltre ad essere interpretata da Annetta nostra è anche una tizia con svariati problemi personali, tra i quali un fresco licenzia...

Iuri legge per voi: Non riattaccare (2005) di Alessandra Montrucchio

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Una telefonata nel cuore della notte e una corsa folle in auto da Torino a Ginevra per impedire un gesto estremo e magari ricostruire un rapporto. Questo racconta Non Riattaccare, romanzo breve scritto da Alessandra Montrucchio come fosse un thriller ad alta tensione, asciutto e diretto, lanciato come la protagonista a tutta velocità verso un finale in un certo senso atteso nell’esito, ma non nella modalità in cui si manifesta. Si perché dietro la storia della ragazza distrutta dalla fine della relazione con l’uomo dall’altra parte del filo, c’è un ricatto emotivo portato da chi gioca (forse inconsapevolmente) con i sentimenti altrui. La nostra protagonista è infatti in quella fase in cui tutto sembra inutile e avrebbe bisogno solo del suo tempo per recuperare gli stimoli necessari a ricominciare. La telefonata dell’aspirante suicida cambia tutto e la costringe a ricascarci e a ignorare consigli che potrebbero rivelarsi determinanti. Montrucchio sceglie la seconda persona singolare per...