#CDC 24- Il sequel del prequel- Alien Covenant

Sono rimasto indeciso fino all'ultimo sull'opportunità di vedere questo Alien Covenant. L'idea di Ridley Scott di riprendere in mano il suo antico progetto mi ha già scottato una volta e, come i bimbi bravi, credevo di aver imparato dai miei erori del passato.
Chiaro, al tempo non mi aspettavo certo che il buon Ridley riportasse sullo schermo quell'horror claustrofbico che ancora rappresenta il miglior modo di intendere Alien. E nemmeno ho disprezzato lo sforzo di togliere la saga dal mondo dell'azione pura (e testosteronica, nonostante Sigourney Weaver prendesse il posto di quegli ammassi di muscoli vestiti solo di pantaloni e cartucciera) per abbracciare le suggestioni della fanascienza classica.
Tuttavia non posso negare come la visione di Prometheus sia stata un'esperienza soffertissima, a causa di una lentezza che spesso ha superato i limiti della noia. Argomenti interessanti sicuramente, ma trattati attraverso una prima parte esasperante vissuta ai confini del sonno profondo, per poi sfogare tutta l'energia repressa in una fase finale che, onestamente, non spostava granchè rispetto a quanto visto in precedenza.
Ma Covenant, volenti o nolenti, appartiene a quella categoria di film evento che rischia di provocare pentimento in chi li ignora. Quindi disco nel lettore e via (sperando di non venire ritrovati dopo giorni in coma sul divano, con un filo di bava che esce dalle fauci).
Subito Scott si ricorda di strizzare l'occhio ai suoi fan. L'esperienza dell'astronave Covenant ricalca fin troppo da vicino le disavventure della Nostromo di tanti anni fa (o che avverranno tra alcuni anni, ma non impantaniamoci in questioni temporali che non se ne esce). La deriva, i problemi tecnici e il messaggio da un luogo misterioso sembrano una fotocopia degli accadimenti descritti nel 1979 e, in qualche modo, si riallacciano pure ad alcuni fatti mantenuti misteriosi nel film originale.
Del resto il desiderio del regista di restare vicino alle suggestioni dell'epoca si nota anche nella gestione dell'intera trama, con tanto di uova con la sorpresa, inseguimenti tra i meandri dell'astronave e l'immancabile protagonista femminile a combattere il mostro.
Naturalmente non ci si deve aspettare la tensione dell'opera orignale. Sono ormai quarant'anni che gli xenomorfi scorrazzano sugli schermi di tutto il mondo e un po' a loro ci siamo abituati. Inoltre la claustrofobia che, forse per questioni di budget, impregnava Alien qui viene sostituita dall'illuminazione di un'astronave che si vuole mostrare in tutto il suo splendore.
Ma non è tutto qui. Anzi, il lato nostalgico della visione è solo una piccola parte del lavoro di Scott. Ridley non ha gettato Prometheus nel cestino (cosa che io invece ho fatto, per esempio), ma è andato a recuperare le suggestioni fantascientifiche del suo lavoro affidandole nelle sapienti mani del doppio Fassbender.
In effetti pare che gli unici personaggi tridimensionali di questa sceneggiatura siano gli androidi di Fassy che, aiutati dall'ottima interpretazione dell'attore, sviluppano il tema di creazione ed evoluzione che già in Prometheus rappresentavano il punto centrale della vicenda.
Il risultato è un film meglio miscelato rispetto al precedente, che riesce a offrire un ritmo alternato gradevole e che si fa seguire con più facilità.
Anche se il resto della ciurma (a parte forse un paio di figure comunque poco approfondite), è chiaramente imbarcata sulla Covenant solo per fornire cibo alle bestiacce aliene, la struttura generale regge fino alla fine, contribuendo a costruire una pellicola gradevole e facilmente digeribile (come i carboidrati diciamo).
Un bel sollievo, in fin dei conti. Anche se un dubbio di fondo continua a tormentarmi da molto tempo. Direi da quando al cinema si è visto Aliens di James Cameron (e non Camerun).
Davvero un film horror-slasher, che si può benissimo guardare in piedi tanto è teso, ha bisogno di tutta questa mitologia intorno? Vale davvero la pena spendere anni di seguiti e prequel per arricchire un universo che funzionava così bene proprio perché si fondava sulla non conoscienza del nemico?
Non so. Io credo di no. Anche se questo Covenant è un buon lavoro dopotutto (come l'Aliens di Camerun del resto) e lo xenomorfo rimane un essere affascinante, resto convinto che un film come Alien sarebbe stato più prezioso se lasciato solo. Ma io odio le saghe, gli universi espansi e tutte quelle sequelle di seguiti e remake che tanto amano i giovani d'oggi, quindi sono prevenuto.
Voi invece, come la vedete? (Ha ha, come se qualcuno rispondesse).

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