FL #6- Hackerare il potere- Watchdogs

Ricordo bene l'accoglienza che Watch Dogs ricevette ai tempi della sua uscita. Un ululato di scherno quasi unanime si spanse dalla rete, soprattutto da parte dei giocatori più smaliziati, quelli capaci di individuare tutte le pecche che un sempliciotto come me non saprebbe vedere nemmeno se lampeggiassero.
Certo, va detto che Ubisoft un po' se la cercò. Dopo aver sgranato gli occhi degli avventori per anni, con teaser e trailer che facevano urlare al miracolo tecnico e promesso in lungo e in largo l'uscita di qualcosa di mai visto, si presentarono sugli scaffali con un prodotto poco rifinito e parecchio ridimensionato rispetto alle aspettative.
Problemi tecnici soprattutto, ormai marchio di fabbrica della casa francese, ma anche uno scontento generale verso un potenziale di gioco mal sfruttato.
Io, da bravo casualone, me lo sono recuperato a quattro anni di distanza dal day one, giocandolo sostanzialmente in una versione definitiva e priva della gran parte degli intoppi che ne funestarono il debutto.

Va detto che in effetti, dal punto di vista della trama, il gioco Ubisoft non è che spacchi le mascelle in quanto a freschezza.
Il protagonista è un uomo solitario e oscuro, costretto a uscire dal proprio guscio per difendere la famiglia ed è corredato dalle ossessioni tipiche dell'eroe urbano moderno.
Una scrittura che funziona anche abbastanza, ma che ne mette in mostra una certa piattezza, visto che Aiden Perace è soprattutto una avatar che il giocatore tenderà a svuotare dalla personalità scritta dagli sviluppatori per sostituirla con parti abbondanti della propria.
La storia poi è tutto fuorché originale. La classica tragedia famigliare, un esercito di cattivi nascosti, il governo, le cavallette.
Diciamo che se si fosse trattato di un libro o di un film, Watch Dogs non si sarebbe lasciato dietro un'impronta fondamentale. Forse poteva assomigliare a un Io Vi Troverò iper tecnologico, con un protagonista tormentato dai rimorsi e il tipico senso di soddisfazione che l'utenza prova solo grazie alla Giustiza Privata.

Ma questo è un videogioco ed è il caso di non farsi sfuggire il particolare. L'operazione più ambiziosa di Ubisoft è stata quella di prendere il classico open world GTA oriented e trasformarlo in qualcosa di di diverso.
In questo senso l'opera della divisone canadese della grande U ha ottemperato pienamente ai propri obblighi. Il mondo di gioco, fortemente condizionato dalla tecnologia, richiede al giocatore uno stile più pacato rispetto ai macelli senza condizioni del rivale Rockstar.
Esistono ovviamente situazioni nelle quali occorre far parlare il piombo, così come sono ben presenti gli inseguimenti in macchina.
Però l'accesso agli strumenti digitali conferisce al grosso delle missioni un approccio ragionato e maturo.
Aiden Pearce è un giustiziere solitario e per poter agire al coperto ha bisogno del favore della cittadinanza. Omicidi gratuiti, confusione e scene di panico andranno evitati il più possibile, in modo che la gente si fidi di noi e ci lasci in pace mentre scoperchiamo l'immenso mondo di dati celati nel CtOS.
Uno stile che funziona molto, anche per la capacità di rendere viva la Chicago fittizia creata dagli autori. Animazioni e reazioni degli NPG, per quanto scriptate, convincono lo sguardo e arricchiscono un mondo di gioco davvero ben concepito fin nei dettagli.

Poi è vero che, come tutti i giochi del genere, anche Watch Dogs scivola su alcuni problemi. Le missioni secondarie e i collezionabili, ad esempio, continuano a rappresentare una piaga egittologica (parola inventata) per chi, come me, è ben lontano dal completismo.
Di fatto, dopo averne giocate alcune, le missioni non legate alla trama principale finiscono per assomigliarsi un po' tutte. Sono utili finché si procede nell'avventura, perché aiutano a far crescere l'albero delle abilità di Aiden, ma una volta finito il gioco non invogliano gran che ad essere completate.
Altri elementi classici sono le torri Ubisoft, diventate celebri nella saga dell'assassino, qui rappresentate dalle antenne CtOS. Qualcosa di già visto e forse non fondamentale per un gioco come questo.
Ma al di la di quelli che sono i gusti personali, forse Watch Dogs è stato giudicato troppo severamente. Il gioco diverte e, soprattutto nella prima parte, offre una sfida diversa dal solito e appagante da portare avanti.
Visto oggi, senza tutti i difetti che ne funestarono l'approdo nei negozi, beh, forse è il caso di essere meno duri con lui.

Commenti