#FL 13- Hackerare il futuro: Watch Dogs: Legion (2020)
Anche all'inequivocabile fatto che Watch Dogs Legion fosse un gioco già vecchio il giorno dell'uscita.
Restando allacciati solamente alla questione videoludica, è difficile non vedere come il colosso continui a proporre schemi di gioco fatti di mondi aperti, postazioni da liberare, collezionabili inutili e gameplay sempre uguali a se stessi.
Ma se l'avversione al rischio la posso capire quando si tratta di nomi pesanti come Far Cry o Assassin's Creed, Watch Dogs rappresenta la serie con la quale il pubblico ha legato meno, di conseguenza il terreno ideale per sperimentare cose nuove e svecchiare i contenuti rischiando il giusto.
Ma ovviamente non succede.
All'atto pratico, però, questa novità non funziona come dovrebbe, perché si finisce per non affezionarsi più di tanto a questi tizi, troppo anonimi e penalizzati da una serie di frasi tutte uguali, mal contestualizzate e veramente stupide. Forse se avessi scelto di giocarlo in inglese avrei ricavato un'impressione diversa dalla sceneggiatura, ma nutro qualche dubbio, anche perché l'interazione tra loro è pressoché inesistente e quando qualcuno della squadra rimane ucciso in missione, non esiste nemmeno un aspetto sentimentale della faccenda. Tutto si liquida con due battutine e si va avanti.
Se l'aspetto novità di Legion si risolve senza particolari acuti, per quanto riguarda il gameplay vero e proprio la freschezza manca quasi completamente. Messo a referto il vago divertimento nell'utilizzare droni e robot vari per superare alcune fasi del gioco, cosa che offre un senso di varietà solo apparente, il resto è una miscela di dinamiche già sperimentate altrove che poco aggiungono al complesso. Intendiamoci, ci si diverte con Watch Dogs Legion, la sua struttura permette di prenderlo a piccole dosi e alcune missioni appagano il giusto. Solo che succede attraverso dinamiche consolidate adattate a un'ambientazione futuristica riuscita, ma popolata dalla solita fauna di NPG mezzi idioti che fanno qualsiasi cosa pur di togliere al giocatore la sensazione di immersione.
Però non rimane nel cuore, perché se certe meccaniche potevano conquistare dieci o quindici anni fa, oggi sono semplicemente l'ennesima versione della stessa canzone.
Verrebbe voglia di cambiare disco, ma temo che Ubisoft non sia il DJ adatto per questo.




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