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Visualizzazione dei post da aprile, 2019

CDC#74- Il giusto film per Pasqua: Exodus

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Che le ha lette probabilmente se ne sarà accorto. Le storie dell'antico testamento sono parecchio essenziali. Agli antichi non interessava soffermarsi troppo su personaggi e narrazione. Bastava qualche riga veloce per accennare ai fatti e poi via con la descrizione minuziosa dei sacrifici da offrire al Signore. Tutto il resto è interpretazione. Dai racconti dei sacerdoti che nei secoli si sono cimentati nel trasformare quelle poche righe in racconti veri e propri, fino alle intuizioni cinematografiche capaci di riempire chilometri di pellicola ai tempi d'oro dei kolossal. Negli ultimi decenni l'amore per il filmone religioso è sembrato un po' perdersi, è vero. Eppure di recente una piccola svolta per il genere pare essersi affacciata. Così dopo il Noè di Aronofsky ecco che ci cucchiamo pure il Mosè di Ridley Scott. Mosè che qui incontriamo come uomo cinico e ateo, privo di fede ma strapieno di fiducia in se stesso e nelle sue qualità di generale. Va da se

CDC #73- La malasanità: Coma Profondo

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Ma davvero è possibile arrivare a corrompere un intero ospedale, per di più gigantesco, senza che nessuno lo scopra? Mi piacerebbe dire di no. Che la trama di Coma Profondo è fondata su una facile suggestione complottista e che certe cose stanno bene giusto nei film di quasi fantascienza. Ma poi leggo i giornali e mi cascano le palle. Che poi lascio li perché non mi viene una gran voglia di farmele reinstallare in ospedale. Son battute chiaramente. Per mia fortuna non mi sono mai trovato nella condizione di recriminare sull'operato dei sanitari. Tuttavia la fantapolitica di Chricton (e di Robin Cook, immagino, l'autore del romanzo) non mette il naso troppo distante dalla realtà. Quando il dottor Susan Wheeler scopre delle anomalie in alcuni decessi sotto anestesia e decide di indagare, si ritrova contro l'intero organigramma ospedaliero. Diamine, forse persino il suo bel fidanzato identico spiaccicato a Michael Douglas. Ma lei, indomita, va avanti e non cede agl

L'arte della pubblicità- Mad Men

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Possono gli ultimi due minuti di una serie TV valere tutte le sette stagioni che li hanno preceduti? No, naturalmente. Poiché senza una narrazione solida, personaggi intriganti e un intreccio godibile nemmeno ci si arriva a quei due minuti. Può capitare, però, che gli ultimi istanti di un racconto riescano magicamente a chiudere un percorso iniziato molto tempo prima, rendendo manifesti tutti i significati di un'opera pur senza svelarli apertamente. Quando ho visto la faccia sorridente di Don Draper sfumare dentro a quello spot li, beh, ho pensato che gli autori di Mad Men sapessero fin da subito che quello fosse il finale della loro storia. Mad Men parla di pubblicitari, in particolare di quelli che da Madison Avenue a New York stabilivano i gusti dell'intero pianeta. E' una serie corale, con tantissimi personaggi in gioco, ma il protagonista assoluto risponde al nome di Don Draper (Jon Hamm) anche se potrebbe benissimo decidere di non farlo. Quello che gli

CDC #72- Sangue tra le principesse- Tonya

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Dev'essere che uno si immagina il pattinaggio come una disciplina popolata da principessine svolazzanti. Quindi, quando nella cronaca irrompe una vicenda come quella di Nancy Kerrigan, il contrasto le permette di varcare l'oceano e piombare anche nelle nostre lande, con tutto il codazzo di indignazione che ne consegue. Me lo ricordo bene il fatto. Così come non posso dimenticare quelle lontane olimpiadi norvegesi, quando tutta la popolazione mondiale si turò il naso e si sorbì la trasmissione del pattinaggio solo per sentirsi vicina a Nancy e ricoprire di insulti quella strega di Tonya. Era un fatto: quando il clamore si spense per lasciare spazio ad altre notizie, tutti se la sono messa via con una certezza: quella vicenda aveva la sua colpevole. Dopo vent'anni abbondanti dagli avvenimenti, ecco un film che riporta tutto quanto al centro dell'attenzione. Sarà giunto il momento della redenzione per la ragazza? Forse, anche se a me non sembra così importante.

CDC #71- Non è che doveva piacermi per forza: Dogman

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Mi aspettavo molto da Dogman, non fatico ad ammetterlo. Certo, so che caricando troppo l'attesa di un film questo rischia di risultare deludente. Ma giuro che non ho mai sentito parlare male dellì'ultima fatica di Garrone. Tanto più che le poche imagini che mi sono passate davanti prima della visone promettevano un noir post-apocalittico da brividi, con questa fotografia di un uomo e il suo cane proiettati verso una luce atomica con cadavere in spalla. Fascino a tonnellate visti anche i precedenti del regista campano. Seppur nella consapevolezza che la vicenda qui raccontata non avesse molto a che fare con Mad Max. Ci credevo. Ci credevo tanto. Ma poi ho visto un film che non mi aspettavo di vedere. Lo scenario post apocalittico altro non è che una suburbia decadente in riva a un mare che non vuole più nessuno. In mezzo a questo quartiere dimenticato, Marcello è una sorta di toilettatore per cani, mite e ben voluto da tutti. Forse anche un po' scemo. A rovin