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Visualizzazione dei post da marzo, 2019

CDC #70- (Poche) Risate a casa Sheen- Il Giallo Del Bidone Giallo

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Si lo so che esistono decine di film bellissimi che devo ancora vedere. Ma mettevi nei miei panni: se scartabellando tra le vostre opzioni trovate Il Giallo Del Bidone Giallo cosa fate, non vi fermate? Un'opera così iconica degli anni novanta, passato centinaia di volte sulle reti del biscione. Quante risate. Pensateci: è come ritrovare un vecchio amico in un certo senso. Poi ok, il fatto che non ne ricordassi nemmeno una singola sequenza avrebbe dovuto insospettirmi. Ma davvero, cosa poteva andare storto? Stupido stupido Iuri. Estevez ci racconta la vicenda di due amici spazzini che trovano un cadavere dentro a un bidone per rifiuti tossici. Invece di avvertire le autorità decidono di indagare per conto loro con l'aiuto di un reduce impazzito e di un portapizze con la sindrome di Stoccolma. Che alla fine non ho nemmeno ben capito cosa ottengono da tutto questo. La logica che sta a zero è il primo dei problemi di un film zeppo di difetti come raramente se ne in

CDC #69- Leo rock'n'roll- Il Giovane Favoloso

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Era da un po' che Il Giovane Favoloso se ne stava a prendere polvere sugli scaffali di casa Iuri. Ai tempi lo acquistai perché attirato dal trambusto che ci si costruì attorno. Ma poi tutto passò sotto silenzio e a me di vederlo non interessava più. Chissà perché? Magari è che a me non piace la poesia e un film su un poeta non mi attirava poi così tanto? Bravo, allora cosa l'hai comprato a fare, chiederete voi. Come darvi torto. Fatto sta che in questo momento, quando l'opera pare dimenticata dai più, ho preso in mano la custodia e ho buttato il BR nel lettore. E vaffancuore a tutti quanti, come diceva il poeta. Un biopic, che però non è tale nella sostanza. La trama divide le esperienze del poeta in tre fasi (che potremmo chiamare Recanati, Firenze e Napoli) e ad ognuna di esse affida una parte particolare del percorso di formazione di questo personaggio. Martone non ci spiega vita, morte e miracoli come potrebbe fare un maestro di scuola, ma affronta quest&

Storia romanza di un (quasi) capolavoro #4- Nuovi Eroi

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Finirà questo revival degli anni ottanta. Io ne sono certo. Prima o poi una mano buona ci farà capire cosa stiamo sbagliando e un grandissimo dito indice ci segnalerà la retta via. Ma temo ci vorrà un po'. Tutta la generazione cresciuta in quel decennio si è installata ai vertici della catena creativa, ben guidata da chi certe suggestioni le ha costruite e ora gode nel vedersi omaggiato in continuazione. Dal Super 8 di JJ tutti a mettere in piedi film e serie TV con i ragazzini in bicicletta. Poi l'invasione dei giochini a 8 bit, cosa che mi fa imbestialire visto quanto ai tempi desiderassimo la grafica nei videogiochi. Infine questa rivalutazione folle delle canzonette pop, probabilmente la peggiore espressione artistica dell'uomo fin dai tempi del suo esordio sulla terra. Poi è ovvio, se fai così mi influenzi le nuove generazioni. Così ecco questi ragazzotti, che negli anni ottanta ci hanno messo giusto un piedino infante, prodigarsi in omaggi musicali non richie

CDC #68- Il giorno dei giganti: Heat- La Sfida

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A metà anni novanta Al Pacino e Robert De Niro erano praticamente i due mammasantissima della recitazione made in USA. Due artisti inarrivabili a tal punto da provocare isterie su chi dei due fosse il migliore. Poi un giorno uscì Heat-la Sfida che per la prima volta li mise insieme (Il Padrino 2 non conta). Facile ricordare le orde di fan assatanati che come una marea si recarono al cinema. Bon dai, un po' sto esagerando. Però è vero che quella riunione fu un evento importante. Come due campioni dei pesi massimi che combattono per riunificare le cinture. Ma Heat è molto più di uno scontro tra due titani. Robert De Niro è un rapinatore professionista, mentre Al Pacino è il detective che gli deve dare la caccia. Basterebbe questo per descrivere il soggetto di un film che, in mani sbagliate, sarebbe potuto diventare l'ennesimo poliziesco senza arte ne parte. Perché va bene avere De Niro e Pacino, ma poi bisogna anche farli funzionare. Mann ovviamente ci riesce, c

CDC #67: Il gioco dei generi- Nemesi

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Mi sono spesso chiesto se davvero uomini e donne si pongano in maniera così diversa nei confronti della violenza. Certo, a primo acchito parrebbe di si, vista la storia delle civiltà umane. Eppure ci sono tante cosa da considerare, non ultima la questione culturale, i ruoli che i due sessi hanno in una società ancora sbilanciata e tutta una serie di pappardelle sociologiche che non è il caso di star qui a spiattellare. Anche perché si è fatta un'oretta. L'altra sera, scanalando pigramente su Sky, ho trovato qualcuno che probabilmente è roso dallo stesso dubbio. Quel qualcuno è Walter Hill e questo è il suo ultimo (per ora) film: Frank Kitchen è un killer con gli occhi di Michelle Rordriguez e la barba di Giosafatte. Durante il suo incedere sanguinoso si fa parecchi nemici, due dei quali particolarmente turbolenti. Il suo momentaneo datore di lavoro Honest John Hartunian e la chirurga di frodo Rachel Kay. Il primo vende Frank alla seconda. La seconda completa la tra

CDC #66- Musoni contro la minaccia spaziale: Cowboys vs Aliens

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Un punto va chiarito subito, se no sembra che sia sempre qua a parlare male dei supereroi e del cinema che attinge dai fumetti. Io non ce l'ho con questo tipo di prodotti. Sono fermamente convinto che in mezzo a quelle pagine colorate ci sia del buono. Però non si può negare che ce ne sia un po' troppa di questa roba nelle sale. A lungo andare anche le linee narrative più riuscite trovano un muro contro cui scontrarsi. Così escono fuori certi cinepanettoni asgardiani che ve li raccomando. Ma se l'approccio troppo sguaiato penalizza certi racconti, non va dimenticato che il fumetto, proprio per la sua natura, parla al lato fanciullesco del lettore. Magari per narrargli una storia adulta, ma comunque attraverso un aspetto molto pop. Quello che voglio dire è che, quando nella trasposizione ci si prende troppo sul serio, si rischia di sbatterci il grugno. Cowboys vs Aliens inizia come il più classico degli western. Daniel Craig, con gli occhi di ghiaccio di un