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Visualizzazione dei post da dicembre, 2022

Lo spettatore #186- Insegnanti che ti trattano come uno scemo: La Scuola Cattolica (2021)

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Davano dare Dune quella sera in sala e nell'attesa proiettarono la solita sequela di spot e trailer che solitamente mi sforzo di ignorare. Ad un certo punto, però, partì una scena priva del montaggio sincopato tipico degli annunci e scevra delle musiche enfatiche che ti fanno salire l'adrenalina. Una sequenza con tre ragazzi in macchina colti in un momento di spensieratezza mentre cantavano una canzone di Battisti. Il gioco degli sguardi, l'accenno di erotismo mentre la telecamera indugiava su una giovane coscia, le espressioni poco serene dei tre che oscillavano tra il divertimento imbarazzato e la tristezza appena velata mi suggerirono che quel momento apparentemente innocente nascondesse qualcosa di estremamente sbagliato. Io non sapevo di cosa si trattasse, anche perché non comparve nessun titolo a svelare l'arcano. Però ero certo che quel film dovevo vederlo. A tutti i costi. Non penso sia corretto accusare un'opera di non rispettare le mie aspettative e sicur

CDC #185- Buchi neri nello spaziotempo che sfalsano i ricordi: Donnie Darko (2001)

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Saranno vent'anni che non guardo Donnie Darko, giuro. Ai suoi tempi la pellicola mi stupì, non lo nego, forse grazie a quella sua apertura verso infinite interpretazioni. Ma anche perché i temi adolescenziali lo avvicinavano allo Iuri giovane, che poteva capire il ribellismo del protagonista. Per tutto questo tempo, quindi, mi sono tenuto il ricordo e le chiacchiere che sono nate attorno al film. Solo che prima o poi bisogna uscire dalla propria testa (per quanto scomoda sia per me questa cosa) e affrontare la realtà per valutarla con obbiettività. Merita ancora Donnie Darko per chi ha superato da un pezzo l'età obbiettivo? Si perché qui parliamo di un film generazionale, prima ancora che fantastico o fantascientifico. Il protagonista della storia è infatti un giovane brillante, la cui schizofrenia consente a Richard Kelly di schiacciare forte sul pulsante della ribellione. Nel suo modo di affrontare la vita non è difficile riconoscere i tormenti tipici dell'adolescenza. Si

Natale in casa Iuri

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Tra me e lo spirito natalizio si combatte una battaglia logorante che si protrae ormai da anni. Certo, si farebbe presto a dire che il sentimento di gioia che caratterizza il periodo delle feste inaridisce naturalmente dentro al cinismo dell'età adulta. Ma non so mica se stia tutta lì la questione. Come sapete se mi leggete da un po', io sono quel tipo che si vede il film di Natale nel pieno del periodo estivo, quasi ad esorcizzare i terribili demoni spagnoleggianti che infestano la dannatissima stagione. Non so dirvi se la mia sia nostalgia per quei giorni lontani. Anche perché, puntuali come le tasse, alla fine quei giorni arrivano per davvero e non è che mi trovino ad accoglierli con le braccia aperte e gli occhi a cuore. Eppure quando ero bambino dicembre lo adoravo. Mi pareva la realizzazione plastica di un sogno. Tutto si colorava di cieli stellati. Il mondo era ricoperto di soffice neve (anche se io non ho mai visto un fiocco a dicembre, o quasi). Ogni cosa, insomma, co

Iuri legge per voi: Figlia delle cenere (2021) di Ilaria Tuti

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Non ho ben capito perché i libri noir vendono così bene in estate. Collane, stampe, ristampe: il genere più crepuscolare è quello che attira di più quando il sole ti spacca in quattro. Intendiamoci, a me va benissimo così. Sono un amante delle atmosfere poco rassicuranti che questo filone porta con se. Per di più ho scoperto che l'autrice di oggi proviene dal mio areale, quindi ho anche la scusa per studiare cosa tira dalle mie parti. Teresa Battaglia è un'investigatrice molto in gamba. Una di quelle capaci di costruirsi attorno una squadra di fedelissimi, che ha la tigna per contrastare l'arroganza di un questore che sta sempre uno scatto di carriera davanti a lei (pur non avendo un briciolo del suo talento) e che intuisce prima degli altri quali sono le migliori procedure per svolgere un'indagine. Teresa è anche in procinto di andare in pensione, piegata da una delle malattie più bastarde mai concepite dalla natura. Proprio nel finale della sua brillante carriera, per

FL #10- Si torna nello spazio: Mass Effect Andromeda

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Ricordo come fosse ieri la grande attesa che precedette l'arrivo nei negozi di Mass Effect Andromeda. Del resto la trilogia originale creò una massa compatta di appassionati, pronti a gettarsi sul nuovo titolo con l'entusiasmo di chi ripone una fiducia sconfinata sui propri autori di riferimento; in questo caso Bioware. Eppure, nell'istante stesso in cui le prime copie iniziarono a girare nelle macchine atte ad ospitarle, esplose una sinfonia di pernacchie degna della Scala. Al momento della sua uscita Mass Effect Andromeda si presentava come un gioco rotto, zeppo di bug e glitch da non vederne la fine e funestato da animazioni talmente approssimative da cancellare immediatamente ogni speranza di coinvolgimento nella storia, vero valore aggiunto dei capitoli precedenti. Ma come sempre la pazienza è la soluzione di ogni problema. Bastava aspettare, infatti. Qualche mese. Qualche anno nel mio caso. Poi tutto quanto è andato a posto, gli aggiornamenti sono diventati parte int