Post

Visualizzazione dei post da marzo, 2024

Lo spettatore #218- Matti in un mondo di matti: American Psycho (2000)

Immagine
Questo è uno di quei film che ho visto a breve distanza dalla sua uscita in sala e con il quale per anni ho vissuto un rapporto conflittuale. Insomma, a farvela breve non mi era piaciuto. Ma a oltre vent'anni di distanza e dopo aver letto il romanzo dal quale è stato tratto (due volte, e si sta scaldando a bordo campo per la terza), ho pensato fosse giunto il momento di dargli un'altra occasione. Anche perché più di qualcuno me ne ha parlato bene, quindi ci sta che io sia stato troppo frettoloso. So benissimo che è sbagliato mettere a diretto confronto un romanzo e il film che ne è stato tratto. Si tratta di linguaggi e di tempi diversi, di interpretazioni personali che si soffermano sui dettagli, perché catturare l'intera essenza della narrazione è semplicemente impossibile. Per di più American Psycho è un film corto, di quelli che facevano una volta, che ha un'ora e mezza da spendere e deve forzatamente scegliere qual è l'argomento più importante da sviscerare (

Lo spettatore #217: Un nuovo sistema penale: Ipersonnia (2022)

Immagine
Ci dev'essere qualcosa che non va con la fantascienza dalle nostre parti. Intendiamoci, è un bene che qualcuno decida di impegnarsi nel genere e riesca pure a muovere nomi di un certo calibro. Ma cribbio, ogni volta che termino una visione mi pare che manchi qualcosa. Nella distopia messa in piedi da Alberto Mascia si sceglie un futuro non troppo remoto nel quale la detenzione in carcere viene sostituita da un lungo sonno che occupa interamente il periodo della condanna, esclusi i piccoli risvegli che servono a verificare le condizioni del reo. Idea di base interessante, anche perché consente al regista di giocare con la vicenda, la quale, data la natura onirica della narrazione, permette qualche alleggerimento sul proprio rigore formale. Nulla che non si sia già visto, ma esiste l'intenzione di far sembrare tutto quello che vediamo come un cerchio che si chiude, mettendo in scena uno stratagemma narrativo che funziona sempre. Poi è chiaro, il film sbatte contro i propri limiti

Iuri legge per voi: Eymerich: Libro Uno (2019) di Valerio Evangelisti

Immagine
E' complicato immaginare un universo dove coesistono magia e scienza moderna. Un posto dove i sogni possono creare materia e dove per viaggiare nel cosmo basta concentrazione e qualche ritrovato tecnologico. Ma se un luogo così sembra troppo difficile da mettere insieme ci possiamo consolare: qualcuno l'ha già fatto per noi. Un po' fantascienza, un po' horror e un po' fantasy. Questa è la miscela di generi alla quale attinge Valerio Evangelisti per mettere in piedi la saga di Eymerich, autentico inquisitore trecentesco preso a immagine per costruire uno dei protagonisti più respingenti nella storia della letteratura. Eymerich è infatti convinto di battersi per la purezza del pensiero contro l'anarchia selvaggia dei culti alternativi. Per lui la Chiesa di Avignone conserva l'unica verità ed è disposto a qualsiasi atto pur di difenderla e se conoscete un poco la fama degli inquisitori certamente intuirete cosa intendo. Per di più l'uomo vive un contrasto

Special Five capitolo 2: le cover

Immagine
Bene, a quanto pare siamo giunti al secondo capitolo di questa rubrica desiderata da pochi e attesa da nessuno. Tanto per non smentire l'inutilità dell'operazione oggi prendiamo in esame 5 cover, che per alcuni sono il vero cancro della musica. Io sono tra quelli, tanto per essere chiari. Però va detto che certe reinterpretazioni suonano proprio bene. Non voglio dire meglio delle originali, ma chissà, qualcuno potrebbe anche pensarlo. Via! LOVE IS BLINDNESS Difficile immaginare un atmosfera musicale più distante da Jack White di quella creata dagli U2 di Acthung Baby. Eppure per la colonna sonora del Grande Gatsby di Baz Luhrmann il buon Jack sceglie proprio una canzone tratta da quel disco. Nella fattispecie (ma si capiva già dal titolo del paragrafo) parliamo di Love Is Blindness, un pezzo già parecchio interessante di suo, che qui viene portato a suonare come un blues da palude da una delle voci più graffianti del panorama. Vi giuro che se c'è una scena che ricordo di qu

Lo spettatore #216- Romantici viaggi nel tempo: Il Giorno Perfetto (Meet Cute, 2022)

Immagine
Proprio non riesco a ricordare dove io abbia sentito parlare di questo film e perché sia finito nella lista dei prodotti da guardare. Di sicuro non si tratta di una scelta derivata da un'ispirazione personale, dato che quel titolo italiano lì e la locandina mi son parsi stimoli tutt'altro che accattivanti. Si perché vedere Kaley Cuoco e il suo sconosciuto amichetto seduti sulla panchina fa pensare a uno di quei film pomeridiani da TV8, roba mediocre e creata con le facce scartate dalla televisione che si concedono un ultimo giro in giostra prima che il luna park chiuda. Prodotti ai quali non sembra credere davvero nessuno, né i registi, né gli autori, né tanto meno chi quelle facce le piazza davanti alle telecamere. Eppure Alexandre Lehman cela un asso nella manica. O meglio, in realtà la carta forte se la gioca subito, perché quando Kaley entra in scena sfodera il sorriso storto di chi sa già cosa sta per succedere. Qui, amici miei, si usa la fantascienza, quel genere che perv