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Visualizzazione dei post da marzo, 2022

CDC #162- Un altro film con gli Zombie: I Morti Non Muoiono (The Dead Don't Die, 2019)

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Esattamente cosa vi aspettate oggi da un film con i morti viventi? Occhio che se rispondete “provare paura” non vi credo nemmeno se mi portate i documenti. Magari potreste dirmi che volete divertirvi. Oppure che sperate di trovarci una trama avvincente con un poca di azione a condire la visione. O ancora che contate di leggerci un messaggio rivelatore. Ma paura proprio no. L'idea di spaventarsi davanti a una pellicola con gli zombi è fuori discussione. Sul disagio invece la questione è diversa. Sono convinto che molti di voi si siano trovati a disagio di fronte a The Dead Don't Die. Vedete, Jim Jarmusch non è nato l'altro ieri e credo sappia benissimo quanto costruire una storia dell'orrore alla vecchia maniera (mettendoci dentro i mostri più inflazionati del pianeta, tra l'altro) sia un'impresa impossibile di questi tempi. La butta sul ridere piuttosto, tentando di ripescare un po' di stereotipi classici del genere, miscelando tutto con il racconto della s

Buongiorno volume 2

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I più attenti tra i miei radi lettori forse se ne saranno accorti. Il blog di recente ha beneficiato (o ha subito, dipende dalle opinioni) di un lieve restyling. Certo, nulla di particolarmente scenografico, quindi se non ci avete fatto caso non sentitevi in difetto. Infatti si tratta di un lavoro sotto il cofano, di quelli che magari non saltano all'occhio, ma che rendono la guida più confortevole. O almeno è quello che mi auguro. Ho sentito da qualche parte che un buon blog per poter crescere dovrebbe dimostrarsi affidabile. Insomma, pubblicare con regolarità, per dare riferimenti a un pubblico che sappia quando aspettarsi le novità, in modo da costruire attese e tutte queste cose qui. Mica per forza una produzione giornaliera (non ci riuscirei mai, nemmeno se di mestiere facessi questo), ma comunque una cadenza certa sulla quale i lettori possano contare. Ora, a me fa ridere pensare all'idea di un pubblico e se leggeste le statistiche vi spancereste assieme a me. Sono anche

CDC #161- Non è quello con Stallone: Driven- Il Caso DeLorean (Driven, 2019)

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Anche io, come molti di voi, ho conosciuto la De Lorean DMC-12 guardando Ritorno Al Futuro. Del resto è la magia del cinema che permette a un oggetto zoppo e raramente funzionante (ma pure claudicante quando riesce ad accendersi) di ergersi a icona più amata persino rispetto alle autentiche fuoriserie. Ma al di là del mito, la storia della De Lorean e del suo creatore affascina. Tanto da far sembrare strano lo scarso interesse della collina nei suoi confronti. Per fortuna in nostro soccorso arriva Nick Hamm che, da nordirlandese, dalla vicenda si sente punto sul vivo. Il regista si tuffa in degli anni settanta così pieni di colori e di splendide creature luccicanti da essere puramente cinematografici. Il tono dell'opera prova a presentare Driven come una via di mezzo tra Nice Guys e BarrySeal , non riuscendo a catturare nemmeno un briciolo dello spirito del primo, ma evitando di affondare totalmente come il secondo. Hamm la prende laterale, affidando il ruolo di protagonista all&

Motorsport is dangerous- Capitolo 1: i circuiti- Le Mans 1955

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Chissà quale sarebbe l'impatto dell'automobile sulle nostre vite se non esistessero le corse. So che pare un quesito lezioso di questi tempi, ma che ci volete fare. Alla mia mente piace trastullarsi e io ho imparato che è meglio se la lascio fare. Tuttavia non è un ragionamento campato per aria. Magari non lo sapete, ma se l'automobilismo sportivo esiste ancora è perché un giorno qualcuno ha deciso che valesse la pena andare avanti quando sarebbe sembrato più logico facesse il contrario. Signore e signori è giunto il momento: oggi parliamo dell'11 giugno 1955. Le Mans quel giorno brulicava di persone. Una folla indescrivibile affollava le strade della Sarthe assiepandosi ovunque pur di assistere alla 24 Ore, competizione già ammantata di leggenda. Quella gente aveva ancora impresse le ferite di una guerra devastante e voleva godersi il meglio del boom economico che stava crescendo dai germogli del piano Marshall. L'automobile rappresentava il simbolo della rinascita

CDC #160- Le catene dell'amicizia: Papillon (1973)

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Nel 1969 uscì in Francia un romanzo autobiografico il cui autore, Henri Charrierè, subì l'accusa di essersi inventato buona parte degli avvenimenti narrati, oppure, alla peggio, di aver rubato le storie ad altri detenuti. Non ho mai letto Papillion nè mi interessa una polemica vecchia di cinquant'anni. Tuttavia va dato merito al romanzo di aver tolto il velo sulle infami condizioni carcerarie delle colonie d'oltremare. Oltre che di essere stato fonte di ispirazione per uno dei più iconici film con Steve McQueen. Perché, non so voi, ma io quando vedo quel Steve McQueen li sento proprio odore di cinema. Una delle facce più indovinate nella storia del grande schermo che, tanto per non farci mancare niente, stavolta recita con Dustin Hoffmann. Cosa può andare storto? Nulla, verrebbe da dire, se non forse la trama rocambolesca degna di un film d'avventura. Ma se ci leviamo dalla testa la menata del Tratto da Una Storia Vera e stiamo al gioco, pure quella in realtà gira come

Vi racconto una storia: Anna

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Eccomi qui. Con il mio panino in mano mi allontano dai colleghi e vado a sedermi sul solito muretto vicino alla strada. Un posto non troppo tranquillo, se devo dirla tutta, ma se faccio così ho dei buoni motivi. Scarto il cibo dalla sua busta marrone e inizio ad addentarlo. Mentre assaporo il gusto del salame, già consapevole del fatto che mi farà venire un gran sete, tengo gli occhi fissi sul nastro d'asfalto che si incunea tra gli edifici. Devo aspettare, guardo l'orologio per sicurezza, ecco, diciamo un paio di minuti. Continuo a masticare con calma, mentre pregusto il momento. Poi, finalmente, dall'incrocio in fondo alla strada spunta lei. Arriva in bicicletta, con la sella regolata in modo da tenerle ritta la schiena e donarle un portamento elegante. Mentre si avvicina veloce vedo che è vestita con una camicetta bianca che il vento le gonfia sulla schiena. Fa molto caldo, cosa che deve averla spinta a raccogliersi i capelli in una trecca che lei lascia cascare davanti,

CDC #159- L'orrore di scrivere: Il Pasto Nudo (Naked Lunch, 1991)

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Con “Pasto Nudo” William S. Borroughs intendeva riferirsi a una raccolta di idee buttate giù senza il filtro della revisione o il tentativo di dar loro ordine. Il romanzo che porta tale nome è, di conseguenza, costruito da frammenti di racconto, punteggiati da deliri psicotropi belli e buoni e da pagine che l'autore non ricorda di aver scritto. Un libro complicatissimo da assimilare, considerato un pezzo importante della cultura Beat, ma assai meno gradevole di molti suoi coevi. Una cosa che sembrerebbe impossibile da tradurre in cinema. Eppure al mondo esistono personalità in grado di compiere qualunque prodigio. Come David Cronemberg, ad esempio, uno che deve aver avvertito una certa affinità col delirante romanzo di Borroughs, al punto da accoppiarne le strane atmosfere al proprio gusto per l'orrido. Tanto che proprio su queste basi il titolo del film di Cronemberg trova la propria giustificazione. Il regista canadese raccoglie dal testo di Borroughs gli estratti che potre

Vi racconto una storia: Distanze volume 2

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  -Una strada a due corsie che lo porti fuori legandolo alla fatica della sua socialità che poi devono manifestarsi milioni di simbolismi e altri personaggi che aiutano il protagonista a trovare una strada che in realtà è una capanna- "..." L'interferenza sorprese Marco davanti alla finestra. Lui non ci badò e tentò di guardare fuori, sperando che il suo sguardo si perdesse e che il filo dei suoi pensieri si riallacciasse. -La capanna. Si la capanna che poi è il sogno e la donna del sogno che deve portare un messaggio si ma quale messaggio lo sto prendendo c'è l'ho li è a un passo il messaggio nella capanna è tutto li ruota tutto li ci arri...- "..." Di nuovo quella distrazione. E di nuovo la matassa srotolata, persa. Il profumo di lampone salì alle narici di Marco, portandosi dietro un filo di vapore. In mano aveva il tè. Se l'era quasi dimenticato -anche perché il sogno deve essere determinante quindi lo posso impostare prima e costruire due capito