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Visualizzazione dei post da febbraio, 2022

CDC #158- Connessioni ipertestuali dei metadati come fosse antani: Johnny Mnemonic (1995)

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Pare che Robert Longo e William Gibson prevedessero il futuro. Vedere un film prodotto nel 1995 (ma tratto da un racconto dello stesso Gibson edito nel 1983) parlare di un 2021 sconvolto dalla pandemia globale e dominato dai circuiti elettronici, stuzzica quella sensazione di sinistra profezia che a volte ci piace provare leggendo le quartine di Nostradamus. Ma se allarghiamo il campo ci accorgiamo di come Johnny Mnemonic navigasse il pessimismo cyberpunk al pari dei suoi omologhi. Ce n'era così tanti di racconti a tema di futuro infausto nel mucchio che quello che azzeccava l'anno giusto bisognava pescarlo per forza. E' la legge dei grandi numeri. Si può non crederlo, perché nell'anno di disgrazia 2021 il cyberpunk è tornato di moda, ma nel 1995 questo genere appariva già stantio. Di prodotti che facevano il verso a Blade Runner gli anni ottanta ne vomitarono parecchi e la sensazione che Johnny Mnemonic sia arrivato un pelo lungo c'è, inutile nascondersi dietro un

Vi racconto una storia: Distanze volume 1

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  Forse quella dannata canzone dei Sottotono era la cosa peggiore: "Se stai cercando di dirmi qualcosa, tanto vale che lo fai." gli disse. Marco guardava fuori dalla finestra, mentre sorseggiava da una tazza fumante il suo te al lampone. L'odore di plastica bruciata che si diffondeva da quell'intruglio la faceva stare male. Ma probabilmente non si trattava nemmeno di quello. "Questa canzone la odiavo già nel periodo in cui uscì." provo di nuovo Manuela. Lo osservò, mentre lui, impassibile, continuava a fissare la finestra. Lei si riavviò una ciocca dei suoi capelli neri che le era caduta sugli occhi. "Non dici niente." Era un'affermazione. Marco, in piedi, sempre con l'anima oltre il vetro, si portò la tazza alla bocca. Soffiò spostando la nuvoletta di vapore. Risucchiò un po' della bevanda. Non accennò altri movimenti. "AAAAAAAAHHHH!" urlò Manuela nel tentativo di materializzarsi nella stanza. Un risultato lo ottenne. Lui gir

CDC #157- Le lunghe giornate di Arrakis: Dune Part 1 (2021)

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Dune è un film bellissimo da vedere, con le sue strutture imponenti, i vermi della sabbia e la magnificenza creativa che ci sta dietro. Un'estetica che fa onore ai 165 milioni spesi dalla produzione, rafforzata da un comparto sonoro potente che aggiunge maestosità a tutto il complesso. Davvero un gran peccato che qui staremmo vedendo un film e non uno spettacolo artistico fine a se stesso. Perché se no avrei già finito il commento e potrei finalmente andare a dormire. Per un'ora abbondante guardando Dune ho avuto la netta impressione di conoscere la storia che mi veniva raccontata. Ma mica perché io abbia letto il libro (cosa mai accaduta) o perché ricordassi il film del 1984 (visto, ma troppo tempo fa, tanto che non ne rimembro nemmeno un frammento). Piuttosto ho avuto la sensazione di intuire uno schema così rigido e consueto da non provare assolutamente nessuna apprensione per ciò che accadeva sullo schermo. Ciò che vedevo mi pareva perfettamente sovrapponibile a decine di a

Vi racconto una storia: Maria e il Diavolo

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Gli occhi neri che la scrutarono dallo specchio e le diedero le vertigini. Quello sguardo severo formulava un'accusa insolente, che lei conosceva e temeva. Non lo sostenne a lungo, preferendo concentrarsi sulle guance. Si sentì meglio. A vederle parevano rocce scavate in secoli di erosione. Ma se ci appoggiava un polpastrello le scopriva soffici e fresche. Le ricordavano le nuvole che adorava guardare da bambina, quando, distesa sul prato, immaginava figure di draghi e cavalieri inseguirsi sullo sfondo azzurro. Si concesse un sorriso che le addolcì il volto. Ma l'espressione si indurì in un attimo, perché l'accusa vibrava ancora attraverso il vetro riflettente. Ricordava come quelle fantasticherie infantili furono spazzate via. Così, dopo tanto tempo, le tornò in mente il diavolo. Il pensiero la scosse ed ebbe la forza di allontanarla dallo specchio. Si mise ai piedi gli zoccoli consunti e indossò il vecchio golfino blu dai gomiti sbiancati. Trasse un respiro e uscì diret

CDC #156- La dannatissima musica: La La Land (2016)

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Ve lo concedo: Ryan Gosling ed Emma Stone insieme funzionano bene. Non solo per gli intermezzi di canto e ballo (se no sceglievano qualcun altro) ma proprio perché danno l'idea di divertirsi un mondo a portare sullo schermo la loro coppia di spiantati. Ora però spetta a voi concedere qualcosa a me: 'sta roba qui non va giù nemmeno con il Petrus. Dopo un po', spossato dalla musica ossessiva e da una storia che proprio non sembrava sapere come andare avanti, ho deciso di prendermi una pausa dalla visione. Giuro, mi pareva fossero passati mesi dall'inizio del film. Ma quando ho permuto l'apposito tasto davanti a me si è palesata la peggiore delle rivelazioni: nemmeno arrivavo all'ora. Mi sono seduto in un angolino a piangere, divorarmi le unghie e fumare una sigaretta dietro l'altra. Dopo decenni di resistenza anche alle peggiori nefandezze di celluloide stavo per mollare il colpo. La sconfitta, alla fine, pareva arrivata. La notte lasciava spazio al giorno e p

Vi racconto una storia: Hard Bolier

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  Sedevo immobile dentro la bolla rovente del mio ufficio. Le mani intrecciate dietro la testa, l’odore di fogna secca che saliva dalla strada e in bocca il sapore di piedi del caffè americano. Roteavo la poltrona facendo vagare lo sguardo per evitare le scartoffie che mi attendevano con insopportabile pazienza sulla scrivania. Pensai che l’attaccapanni, con il mio cappello addosso, sembrasse un vecchio rachitico appoggiato al muro. Poi l'ombra scura comparve oltre il vetro zigrinato della porta d'ingresso. Seguì un bussare pallido. Quasi accarezzato. -Avanti- dissi, prima che la porta iniziasse a fare le fusa. Ovviamente rimasi senza fiato: bionda, con un'acconciatura ricercata tutta ricci. Vestiva di paiettes, come fossa appena uscita da una festa di gran lusso. Cosa più che probabile, del resto. Trucco integro e nemmeno una goccia di sudore. Portava persino una pelliccetta sulle spalle. Il caldo che ci stava sterminando tutti su di lei non aveva effetto. Sembrava gallegg

Iuri legge per voi: L'enigma della camera 622 (L’Énigme de la chambre 622-2020) di Joel Dicker

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Il 2021 è stato un anno particolare per tutti. Dal canto mio, per non farmi mancare proprio niente, ho deciso di chiuderlo infliggendomi l'ultima opera in formato Bibbia di Joel Dicker. Ora, immagino che molti di voi ricorderanno il clamore scoppiato attorno alla Verità Sul Caso Harry Quebert qualche tempo fa. Si parlava di Dicker come di uno scrittore promettente, capace di chissà quali meraviglie, con il futuro già assicurato da un talento che, nei soliti modi pacati della stampa, veniva definito con termini quali gigantesco, inesauribile, eccetera. In effetti quella fu una lettura piuttosto piacevole. Un thriller ben costruito, magari un filo oblungo, ma comunque interessante. Il punto è: tutto questo talento gigantesco, inesauribile, eccetera, avrà prodotto anche altri picchi di grande letteratura? L'Enigma Della Camera 622 parte dall'idea di omaggiare lo storico editore di Dicker, nonché suo scopritore e ispiratore. Un Bernard De Fallois molto presente all'inte

CDC #155- Superscassati alla Night: Glass (2019)

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Le trilogie vanno molto in quel di Hollywood. Sono rimaste solo una manciata di storie capaci di concludersi all'interno di un solo film, specialmente se parliamo di un particolare filone. Perché se c'è una cosa che sanno fare sulla collina è intercettare il pubblico giusto e ricoprirlo con tutto ciò che gli piace. E' un mondo fatto di universi espansi, crossover tra personaggi e pellicole tutte uguali che riempiono le tasche dei produttori sbancando i botteghini a cadenza regolare. Night non vuole essere da meno. Il materiale per le mani lo ha e decide di portare a termine l'oblunga versione della sua saga marcando, come sempre, la differenza. E' difficile pensare che vent'anni fa, mentre Bruce Willis in pastrano portava ordine tra le strade degli States, Shy già pensasse all'universo narrativo che ha poi portato alla nascita di Split . Certamente, da appassionato di fumetti come dice di essere, l'idea potrebbe anche averlo stuzzicato. Ma i decenni in

Vi racconto una storia: Estella

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  Estella, appoggiata alla staccionata, guardava la pianura immersa nell'oscurità. Annusava il profumo della terra con gli occhi chiusi. Non le piaceva, ma sapeva adattarsi. Si accorse immediatamente dei passi piccoli e veloci che la stavano raggiungendo. Che diavolo vuoi Orco , disse senza voltarsi. Non ti vedevo più, Ho deciso di venire a vedere come stavi , rispose il piccolo uomo. So cavarmela benissimo da sola, non ho bisogno di nessuno che mi faccia la guardia. Specialmente un piccolo cosetto come te. Orco incassò il colpo. Abituato all'incostanza della ragazza si sedette su una grossa pietra e rimase li a fissarle la schiena. Che c'è, non te ne vai? Orco non le rispose. Senti, mi dai sui nervi. Voglio starmene un po' da sola. Non penso di chiedere poi molto. Io ti ammiro molto , le disse Orco. Ecco, non proprio quello che intendeva, ma quantomeno aveva fatto un passo verso di lei. Sbagli Orco. Non c'è proprio nulla da ammirare in me . Ma Orco sap