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Visualizzazione dei post da gennaio, 2023

Lo spettatore #191- Doppia libidine coi fiocchi: House of Gucci (2021)

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Diciamo che la volta scorsa non andò benissimo. Ma Ridley Scott non molla e anche a questo giro ci porta nell'Italia del passato per narrarci uno di quegli episodi che sospetto interessino più gli americani che noi. Non le migliori premesse per invitare in sala un tipo pigro come me. Del resto lui è Ridley Scott e io uno scemo qualunque, quindi dubito fortemente gli interessi la circostanza. Comunque sia alla fine mi sono convinto a dare una possibilità a questo House Of Gucci. Dopotutto quella sera non è che avessi tanti impegni e sgranchire lo scheletro una volta ogni tanto fa bene alla salute. O almeno così ho sentito dire in qualche trasmissione di medicina. Se c'è un appellativo che si viene spesso affibbiato all'ultima fatica di Ridley è quello di soap opera su grande schermo. Diciamo che potrei anche farmelo andare bene, perché inquadra con precisione il concetto di ciò che si vede. Ma questa impostazione non è necessariamente un difetto in sé. Dopotutto Scott ci n

Lo spettatore #190: Le luci e i colori: Flash Gordon (1980)

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Il mondo del cinema è costellato di capolavori. Pochi, facili da reperire, pressoché imperdibili. Ma cosa mi dite di quei film che ti sconsigliano ogni volta che saltano fuori in un discorso? Perle così immonde che si fatica a credere esistano per davvero. Lasciarseli scappare è possibile, anzi, quasi doveroso. Però poi il tarlo ti rimane, perché magari non sono così male come ti è stato detto. Forse, chi lo sa, dentro ci si può trovare qualcosa di buono, Di bello addirittura. Allora mandi a stendere tutti i buoni consigli di chi ti vuole bene e ti lanci nell'impresa di recupero. Se poi Prime Video ti dà una mano, tanto meglio. Sul finire degli anni settanta l'opera di George Lucas sdoganò nei cinema di serie A il concetto di fantasy ad ambientazione cosmica. Poco dopo comparve sulla scena il Superman di Richard Donner ridando anche a quegli strani tizi volanti col costumino una dignità fin lì calpestata. Molti produttori annusarono l'affare, sognando botteghini traboccanti

Lo spettatore #189: Spogliare i miti dai loro orpelli- La Casa di Jack (The House That Jack Built, 2018)

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Inutile fingere sdegno. Il serial killer è un mito letterario bello e buono. Queste figure affascinano per la loro capacità di andare contro la legge e la morale, a causa della loro totale indifferenza alle convenzioni sociali e, non di rado, a un'intelligenza percepita come assai superiore alla media. Sono soggetti che, anche quando ritratti come nemici dei protagonisti, restano attaccati al cuore del pubblico. Loro scavalcano i nostri freni inibitori e sono dotati di un livello di coraggio a noi è precluso. Come si fa a scrivere una storia che ne parli male e sperare che funzioni? Beh, basta essere Lars Von Trier, uno che delle citate convenzioni se ne sbatte anche se non è un serial killer (almeno credo). Quando il regista presenta Jack ci troviamo di fronte a un assassino ancora inconsapevole della propria natura, che come tutti soffoca le pulsioni violente consapevole che sia la cosa più giusta da fare. Ma poi incontra una scema totale e scatta qualcosa. Ma non pensate alla na

Lo spettatore #188: La guerra fredda degli alieni: L'Invasione Degli Ultracorpi (Invasion of the Body Snatchers, 1956)

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La fantascienza negli anni cinquanta veniva osservata con un sopracciglio alzato. Spesso considerata genere da macellare nelle sale di seconda fascia, non invogliava le grandi case di produzione a sostanziosi investimenti per farla funzionare. I film che uscivano dagli studios erano quindi realizzati con sistemi di fortuna, tanto da apparire bizzarri anche ai loro contemporanei. Figurarsi quanto male può essere invecchiata un'opera di quel genere per noi, così abituati alle realizzazioni multimiliardarie che fanno tremare le poltroncine in platea. Ecco, se però dietro allo stile improvvisato di quei tempi ardeva un'idea, anche dagli anni cinquanta del genere più bistrattato potevano nascere gioielli dal valore inestimabile. Non è un caso, infatti, che The Invasion Of The Bodysnatchers sia uno dei film più rifatti del suo tempo. Il punto di forza del prodotto di Don Siegel è probabilmente nascosto nel romanzo dal quale è tratto. Ma è anche un espediente cinematografico così effi

Lo spettatore #187: Eroi di casa nostra: Diabolik (2021)

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Diabolik era il titolo che attendevo di più durante la stagione cinematografica e naturalmente, come un ebete, mi son perso il passaggio in sala. Per fortuna un noto distributore di contenuti satellitari a pagamento è stato così magnanimo da colmare questa terribile lacuna. Giusto così. La stupidità deve costare qualcosa, altrimenti resterà sempre l'unica qualità a guidare le mie azioni. Non saprei dirvi perché attendessi questo film con tanta trepidazione. Dopotutto non sono un lettore di fumetti, il protagonista di questa storia lo conosco appena e in generale i prodotti cinematografici che arrivano dall'universo delle vignette non mi fanno impazzire (ma questo lo sapete già ). Chissà. Sarà che mi fido abbastanza del gusto dei Manetti. O magari è stata Miriam Leone a fare da esca succulenta. Ad ogni modo posso dirvi che la visione di Diabolik mi ha spiazzato, cosa affatto disprezzabile nel cinema contemporaneo. Solitamente non mi piace fare i conti in tasca alle produzioni, m