Vi racconto una storia: Estella


 

Estella, appoggiata alla staccionata, guardava la pianura immersa nell'oscurità. Annusava il profumo della terra con gli occhi chiusi. Non le piaceva, ma sapeva adattarsi.

Si accorse immediatamente dei passi piccoli e veloci che la stavano raggiungendo.

Che diavolo vuoi Orco, disse senza voltarsi.

Non ti vedevo più, Ho deciso di venire a vedere come stavi, rispose il piccolo uomo.

So cavarmela benissimo da sola, non ho bisogno di nessuno che mi faccia la guardia. Specialmente un piccolo cosetto come te.

Orco incassò il colpo. Abituato all'incostanza della ragazza si sedette su una grossa pietra e rimase li a fissarle la schiena.

Che c'è, non te ne vai?

Orco non le rispose.

Senti, mi dai sui nervi. Voglio starmene un po' da sola. Non penso di chiedere poi molto.

Io ti ammiro molto, le disse Orco. Ecco, non proprio quello che intendeva, ma quantomeno aveva fatto un passo verso di lei.

Sbagli Orco. Non c'è proprio nulla da ammirare in me.

Ma Orco sapeva quello che diceva e continuò a fissarla con quegli occhioni enormi che gli occupavano quasi tutto il viso. Lei sentì la pressione di quello sguardo e fu costretta a girarsi. La spada toccò la staccionata infastidendola con il movimento della cintura.

Oh si che c'è, disse Orco. Poi, sempre con quegli occhi neri ben piantati sul viso della ragazza continuò, sei una principessa. Non hai nulla a che spartire con noi. Eppure combatti al nostro fianco aiutandoci a proseguire il viaggio. Non credo sia facile per te.

Estella scoppiò a ridere. Fu un attacco così repentino che la costrinse a piegarsi. Non sembra proprio una principessa in questo momento, pensò Orco.

E tu mi ammiri per questo. Tu magari se convinto che io faccia tutto questo per buon cuore, disse Estella non appena fu riuscita a calmare il riso.

Orco se ne stava li con un'espressione interrogativa dipinta sul volto.

Sai cosa immagino quando sono sola?

Orco scosse la testa.

Io immagino di essere nel mio castello, in una di quelle lussuose stanze dove sono cresciuta, mentre indosso un abito di seta preziosa e leggo un libro frivolo. Io sogno di stare tutto il giorno a pensare al grande ballo quando incontrerò i miei spasimanti e che l'unica responsabilità sia quella di scegliere quale avrà l'onore di sposarmi. E che questa stupida spada mi serva solo per tirare di scherma e tenermi in forma e bella per il mio sposo. Questo immagina la tua principessa e di te e degli altri se ne frega, se proprio vuoi saperlo. Estella finì la frase con il respiro affannato e tutta rossa in volto.

Capisco la tua rabbia, ma sei fuggita e ora combatti con noi. E ci aiuti. Qualcosa vorrà pur dire no?

Estella, ancora con il fiato corto, riuscì a sbuffare. Non capisci proprio niente, disse.

Ci fu un momento di silenzio durante il quale Orco continuò a fissare il volto giovane della ragazza.

Estella non riuscì a tollerare quegli occhi. La verità è che mi sarei dovuta far catturare. Almeno mi avrebbero giustiziata con un bel vestito addosso.

Non puoi dire così. Se le cose sono andate così, vuol dire che il disegno ti vuole viva. Hai scoperto il coraggio e la voglia di lottare. E ora sei parte di qualcosa che lotti per difendere.

Estella sorrise suo malgrado. Tu davvero non sai cosa stai dicendo Orco.

Ma si, pensaci bene. Sei riuscita a fuggire in quel modo, poi hai trovato noi appena fuori del castello. E' stato il disegno. Sei pronta per diventare una leggenda, di te parleranno i libri. Di te e del tuo immenso coraggio.

Smettila Orco! Non c'è nessun coraggio. Estella voltò il viso da un'altra parte.

Ma si che c'è. Come si spiega il tuo modo di combattere se no? Orco parlava trascinato dall'entusiasmo e forse anche da qualcosa d'altro che non poteva confessare.

Non è coraggio. Io non combatto perché voglio vivere, ma perché ho paura di morire. Sai quante volte ho preso questa spada e me la sono puntata addosso cercando la forza di spingere? E quante volte prima di un combattimento ho pensato “Ma si, oggi tengo la guardia bassa e vediamo se qualcuno affonda.”? Ma non l'ho mai fatto. Ho paura Orco. Sono una vigliacca. Se avessi il coraggio che dici tu sarei morta da un pezzo.

Estella posò lo sguardo su Orco e trovò ancora quegli occhi profondi che la scrutavano con una dolcezza insostenibile.

Non è così. Io che ti voglio bene so che non è così, le disse Orco d'istinto. Quasi non si rese conto dell'enormità di quelle parole, ma le aveva dette. Finalmente.

Mi vuoi davvero bene Orco?

Per un attimo, al suono di quella voce delicata, il piccolo uomo si sentì ribollire dentro. Si, te ne voglio.

Allora prendi un coltello e vieni a tagliarmi la gola nel sonno. Questo sarebbe un gesto che apprezzerei molto. Ma fai piano perché ho il sonno leggero e se me ne accorgo non esiterò a farti un buco nella pancia. Mentre lo diceva gli mostrò la spada.

Orco non riuscì a dire nulla e finalmente abbassò lo sguardo.

Bene, mi pare che ci siamo capiti, disse Estella allontanandosi dalla staccionata.

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