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Visualizzazione dei post da giugno, 2024

Iuri Legge Per Voi: Città della pianura (Cities of the Plain, 1998) di Cormac McCarthy

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Altre volte su questo macilento spazio ho accennato al mio amore verso le storie ambientate nella moderna frontiera americana, luogo disperato dove i sogni di libera anarchia di un intero popolo hanno finito per schiantarsi contro la violenza della civilizzazione. Ecco, non è un segreto per nessuno che uno dei migliori cantori di questi spazi sia Cormac McCarthy, autore recentemente scomparso che ci ha lasciato in eredita uno stile unico di fare letteratura. Città della Pianura è uno di questi esempi, un libro ammantato da una sensazione di inevitabilità, quasi che la pianura estesa tra Messico e Stati uniti sia un animale paziente che attende la preda. Non è facile costruire un'atmosfera così rassegnata, specialmente tra le righe di un romanzo. McCarthy ci riesce utilizzando le tecniche stilistiche rese popolari da Hemingway e fatte proprie da tanti autori dopo di lui, ovvero asciugando di ogni orpello la propria scrittura, mostrando e non raccontando, liberandosi dai vincoli dell...

FL#11- Colpi di qua, colpi di la: En Garde! (2023)

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Avevo voglia di qualcosa di diverso e quando ho sentito parlare di “En Garde!” credevo di averlo trovato. L'idea di affrontare un'avventura cappa e spada vecchia maniera, gestita in modo spiritoso e che per protagonista ha una spadaccina sfrontata, mi stuzzicava, così come la possibilità di poter mettere le mani su un gameplay fresco. Aggiungiamoci che il gioco costa il giusto e direi che possiamo cominciare. Eppure il primo impatto con “En Garde!” è stato deludente. Dietro i colori sfavillanti e l'atmosfera fiabesca, infatti, non si fatica a intravvedere la scarsità di poligoni, la legnosità del paesaggio e i modelli bruttini dei personaggi. Un aspetto generale da gioco vecchio, molto vecchio. Quasi un'opera pensata per la generazione Playstation 2. A ciò va aggiunto un comparto esplorativo piuttosto scarno con poche sorprese nascoste in uno sviluppo delle mappe a tunnel, utile solamente a passare da una stanza dei combattimenti all'altra. Inoltre la campagna è dec...

Lo spettatore #226- Caos totale: Crank: High Voltage (2009)

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Ammetto di aver schierato Crank nel ristretto plotone dei miei desideri proibiti. Non ho idea del perché, dato che a me Statham sta abbastanza sulle scatole e le poche immagini del film che mi sono giunte agli occhi hanno gravemente infierito sulle retine. Eppure mi è sempre sembrato il prodotto ideale per quando, ormai devastato dalla stanchezza, mi fosse venuta volta di sedermi sul divano e lasciarmi coccolare da eventi imbecilli privi di qualsiasi senso logico. Alla fine il cervello si è congedato per davvero e così è giunto il tempo di affidare allo schermo Crank, anche se, in mancanza del primo capitolo, ho dovuto ripiegare sul secondo. Tanto mi sa che è la stessa cosa. Nella vita vi capiterà di incontrare qualcuno capace di sostenere (restando serio) che Crank: High Voltage è un film rivoluzionario, capace di riscrivere le regole della grammatica cinematografica, vorace divoratore di ritmo, violento e scanzonato insieme o addirittura semplicemente bello. Dopotutto il mondo è un...

Lo spettatore #225- Il treno dei vip: Bullet Train (2022)

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A volte mi sembra che gli anni smettano di scorrere. In quei momenti è come se fossi imprigionato nel 1999 con il nuovo millennio restio a mostrarmi le sue meraviglie futuristiche. Guardando Bullet Train, ad esempio, non ho potuto fare a meno di pensare a The Snatch e a come un certo modo di trattare la commedia d'azione non passi mai di moda. La presenza di Brad Pitt ha contribuito alla sensazione, ma è stata soprattutto la gestione della sceneggiatura con i suoi personaggi strambi e i dialoghi rapidi e pieni di battute a darmi questa convinzione. Insomma Bullet Train è un film degli anni novanta che è arrivato lungo all'appuntamento con la sala (se ci è andato). Ma non è detto che ciò lo metta per forza nel carrello dei bolliti, sia chiaro. Intrappolare una mandria di assassini professionisti in uno spazio ristretto alla ricerca della stessa cosa, pur non rappresentando la novità più eclatante dell'ultimo ventennio, è comunque un buon modo per far deflagrare la commedia. ...