Lo spettatore #275- Attento a ciò che desideri, potresti ottenerlo: Late Night With The Devil (2024)

Si fa presto a dire che la televisione dovrebbe recuperare il suo ruolo di educatrice delle masse. Finché c’era un canale solo si poteva mandare in onda i corsi notturni della Rai in prima serata e bon, o si mangiava quella minestra o si saltava dalla finestra. Con il proliferare delle reti e la battaglia sugli indici d’ascolto, però, le cose si son fatte più ardite e per accaparrarsi gli inserzionisti ci si è dovuti inventare qualcosa. Se lo sport costa troppo, i talk show sono un format di scarso impegno economico e sicuro successo, specialmente quando vanno a rimestare nel torbido scatenando le pulsioni viscerali degli spettatori. Lo diceva Sidney Lumet già negli anni settanta.

Anni settanta durante i quali è ambientato anche questo Late Night With The Devil, che sfrutta il periodo storico per avere la possibilità di recuperare una registrazione magnetica (che agevola artefatti e interferenze, strumenti classici ma importanti per i registi)  ma soprattutto si adatta bene ai temi del film, dato il successo che l’occultismo riscuoteva tra le masse all'epoca.
Non suona anomalo quindi che nel 1977 dominato dai trucchi di Uri Geller qualche network televisivo potesse inventarsi una puntata di Halloween a tema con la ragionevole speranza di portarsi a casa un buon risultato in termini di ascolti.
Perché il concetto del film è proprio raccontare di un presentatore dal discreto successo, che però non riesce mai a sfondare davvero. Una brava persona, probabilmente, ma anche un professionista disposto a tutto pur di superare, almeno per una notte, l'immortale Johnny Carson. Jack Delroy non sa in cosa si sta cacciando, né da quanto tempo stia covando il disastro.

Utilizzando l’espediente del found footage, i due registi Cameron e Colin Cairnes sostanzialmente mandano “in onda” la puntata del Late Show del 31 ottobre 1977 in maniera integrale, con i colori slavati dell’epoca, il formato 4:3 e gli artefatti tipici del nastro magnetico, che ovviamente in questo caso hanno una giustificazione legata agli ospiti della serata, diciamo. Poi, visto che non stiamo assistendo alla diretta vera e propria ma a una registrazione, lo spazio dei consigli per gli acquisti (cit.) viene sostituito dalle riprese  dietro le quinte, con tutto ciò che succede durante le pause a fornire un contesto più completo a quello che stiamo vedendo all’interno del programma.
Davvero un’ottima idea, arricchita da una cura per il dettaglio quasi maniacale nel mettere in scena uno spettacolo credibile. Colori, luci, costumi e  regia sono stati studiati fin nei minimi particolari e lo stile da anchorman che David Dastmalchian infonde al suo personaggio trascina dentro l’illusione.


 

Ad esaltare la sensazione di assistere a un filmato d’epoca ci pensa l’abilità dei registi nell’inserire elementi di cultura pop all’interno della pellicola nel modo più naturale possibile. Ci sono evidenti citazioni all’Esorcista, naturalmente, che in un certo senso giocano con lo spettatore almeno finché l’ambiguita della situazione resiste, poi ci sono i personaggi che compaiono come ospiti, come lo scettico che richiama la figura di James Randy, o il passato di Lily (nome non casuale suppongo) fin troppo simile all’assedio di Waco per non esserne un’ispirazione diretta. Oltre che, ovviamente, il riferimento al Bohemian Grove e ai suoi segreti più o meno leggendari.
Chiaro, una confezione così accurata non può fare a meno di adeguarsi ai tempi televisivi e a farne le spese è il ritmo, che, specialmente nella prima parte, fatica un pochino a conquistare. Ma è un passaggio obbligato verso un crescendo sempre più inquietante fino all’esplicitazione finale con tragedia annessa.

Poi, volendo fare gli studiosi, sarebbe interessante notare come lo stile televisivo americano degli anni settanta sarebbe arrivato da noi solo un decennio dopo, ma questo è un discorso laterale senza alcun interesse, che ho fatto per riempire ancora qualche spazio digitale sulla pagina.
A contare davvero è che Late Night With The Devil è un piccolo gioiello, girato con gusto, pieno di particolari indovinati e ben recitato, che è stato capace di conquistarsi un posto nel mio arido cuore grazie al magnetismo che la televisione col tempo e la tecnologia ha perso.
Pur consapevoli della finzione, è facile lasciarsi andare e avere l’impressione di assistere davvero alla più tremenda trasmissione televisiva a memoria d’uomo. Secondo me vale la pena godersi lo spettacolo, sempre che non siate troppo impressionabili perché quando sfodera la sua componente horror diventa piuttosto esplicito.
 



 

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