CDC #150- Capitoli di troppo: Terminator Salvation (2009)
Ammetto di aver perso un
po' il conto con i Terminator. Conosco bene il primo perché è un
film che amo alla follia, ho visto un po' di volte il secondo
che mi piaciucchia abbastanza e poi basta così. Per conto mio
l'avventura degli androidi made in Skynet poteva anche considerarsi
chiusa.
Mi scuserete, quindi, se non so a che numero si collochi questo Salvation. Il terzo? Il sesto? Il centoquattordicesimo?
Mi scuserete, quindi, se non so a che numero si collochi questo Salvation. Il terzo? Il sesto? Il centoquattordicesimo?
Mah. Quello che ho notato,
invece, è quanto John Connor abbia finito per assomigliare a Bruce
Wayne. Un fatto più importante di quanto possa sembrare a prima
vista, in effetti, perché la notevole presenza di volti noti (o
famigerati) sottintende come questo Salvation non sia un seguito da
cassetta, fatto con due lire tanto per sfruttare un marchio stanco e
superato dai tempi. Qui ci troviamo al cospetto di una produzione con
tanti soldi nel portafoglio e nessuna remora nello spenderli. Vi
dirò, sulle prime questa rivelazione mi ha anche messo di buonumore.
Forse ve l'ho già detto nel recente passato:
la mia stanchezza mentale (che si sta tramutando in semi-infermità,
temo) mi consiglia di mantenere le distanze dai prodotti troppo
complicati. Qui pare finalmente che io sia cascato dinnanzi ad
un'opera che promette tante esplosioni colorate.
Una promessa mantenuta, direi. Solo che, ecco. Alla fine sono un po' triste lo stesso.
Una promessa mantenuta, direi. Solo che, ecco. Alla fine sono un po' triste lo stesso.
Non
ho ben capito se lo pseudonimo di McG il regista in questione lo usi
per abitudine o se l'abbia scelto proprio per nascondersi agli occhi
degli sfortunati spettatori di questa pellicola.
Non che nel suo lavoro manchi qualche cosa di particolare, anzi. Forse è addirittura pacchiano per quanto gonfio risulta durante la visione. E' la sostanza a lasciarmi un attimino perplesso, diciamo così.
Certo, è Terminator e uno non è che si aspetti Sheakspeare (tanto più che non lo volevo un complesso racconto in stile bardo, come ho tenuto a sottolineare qualche riga fa). Solo che almeno un pochettino di senso nelle battute che i personaggi si scambiano mi sarebbe piaciuto coglierlo.
Sul serio, sono più i momenti in cui guardo Chrsitan Bale con la voglia di chiedergli cosa diavolo stia dicendo che quelli in cui mi lascio trascinare dall'adrenalina della missione. Van bene le frasi maschie nel cinema d'azione, ma a quanto pare nel futuro l'umanità perderà ogni capacità di comunicare. Chiaro che Skynet ha vita facile poi.
Non che nel suo lavoro manchi qualche cosa di particolare, anzi. Forse è addirittura pacchiano per quanto gonfio risulta durante la visione. E' la sostanza a lasciarmi un attimino perplesso, diciamo così.
Certo, è Terminator e uno non è che si aspetti Sheakspeare (tanto più che non lo volevo un complesso racconto in stile bardo, come ho tenuto a sottolineare qualche riga fa). Solo che almeno un pochettino di senso nelle battute che i personaggi si scambiano mi sarebbe piaciuto coglierlo.
Sul serio, sono più i momenti in cui guardo Chrsitan Bale con la voglia di chiedergli cosa diavolo stia dicendo che quelli in cui mi lascio trascinare dall'adrenalina della missione. Van bene le frasi maschie nel cinema d'azione, ma a quanto pare nel futuro l'umanità perderà ogni capacità di comunicare. Chiaro che Skynet ha vita facile poi.
John
Brancato e Michael Ferris non sembrano particolarmente ispirati. Al
di la dei dialoghi bizzarri, costruiscono una storia che vorrebbe in
tutti i modi creare un'aura mistica attorno al personaggio di Connor,
salvato nel passato prima da Kyle Reese e poi da un T-800 in formato
simpatia. Solo che dirla e basta questa cosa non la rende palpabile.
Non capisco perché John debba possedere questa vena eroica se alla fine combatte come e peggio degli altri e di sicuro meno efficacemente di sua madre. Una forzatura narrativa che cerca disperatamente di allacciare il filo con le origini della saga, ma che risulta molliccia come certi reperti che escono dal naso.
Del resto Brancato, Ferris e il Mago G provano a infilare l'epica di Terminator in ogni fessura che la trama concede loro, attraverso citazioni gratuite e a uno Schwartzy di cartapesta inquietante, almeno finché la telecamera non si avvicina troppo. Il loro vero problema è che manca Cameron alla macchina da presa. Non tanto e non solo per le indubbie qualità del regista. Quanto per la passione con la quale James ha costruito i suoi due film, prodotti in cui credeva e per cui si è speso in prima persona.
Non capisco perché John debba possedere questa vena eroica se alla fine combatte come e peggio degli altri e di sicuro meno efficacemente di sua madre. Una forzatura narrativa che cerca disperatamente di allacciare il filo con le origini della saga, ma che risulta molliccia come certi reperti che escono dal naso.
Del resto Brancato, Ferris e il Mago G provano a infilare l'epica di Terminator in ogni fessura che la trama concede loro, attraverso citazioni gratuite e a uno Schwartzy di cartapesta inquietante, almeno finché la telecamera non si avvicina troppo. Il loro vero problema è che manca Cameron alla macchina da presa. Non tanto e non solo per le indubbie qualità del regista. Quanto per la passione con la quale James ha costruito i suoi due film, prodotti in cui credeva e per cui si è speso in prima persona.
A
questo Salvation (e temo anche agli altri seguiti) manca proprio il
cuore. Anche se realizzati con abbondanti mezzi e popolati di attori
particolarmente alla moda, il loro spirito è quello dei prodotti da
cassetta costruiti in serie per strizzare il marchio fino all'ultima
goccia.
Cameron dimostrò come bastasse poco per creare letteratura con gli androidi. Un T-800 terrificante per un horror di fantascienza da togliere il fiato e un T-800 buffo per un buon film d'azione tutto adrenalina.
Qui il T-800 è presente, ma a mancare è tutto il resto. A partire da una storia che transita per passaggi ovvi, riuscendo a mancarli completamente.
Mi sa che è meglio se continuo a fingere che la saga si sia chiusa al secondo capitolo.
Cameron dimostrò come bastasse poco per creare letteratura con gli androidi. Un T-800 terrificante per un horror di fantascienza da togliere il fiato e un T-800 buffo per un buon film d'azione tutto adrenalina.
Qui il T-800 è presente, ma a mancare è tutto il resto. A partire da una storia che transita per passaggi ovvi, riuscendo a mancarli completamente.
Mi sa che è meglio se continuo a fingere che la saga si sia chiusa al secondo capitolo.
Tra l'altro mi è venuto il dubbio che McG stesse per McGuyver. Ma poi ho realizzato che lui con una graffetta e un po' di gomma da masticare avrebbe fatto molto di meglio.
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