CDC #119- La vendetta è un piatto che va gustato buono: Old Boy (2005)

Sono decenni che sento parlare dappertutto di Old Boy, tanto da farmene un'immagine totalmente sbagliata. Mi figuravo una storia di arti marziali, magari girata splendidamente, ma comunque l'ennesima versione della solfa col tizio che cerca di vendetta contro un universo di malfattori pronto a fargli da sacco.

Questa mia sintesi così banale, oltre che dimostrare la mia scarsa propensione per il pensiero laterale, conferma una volta di più che le esperienze vanno vissute. Mi sono deciso a dare un'occasione a Old Boy così tardi perché non amo particolarmente il cinema marziale, accorgendomi solamente ora di come la sua storia sembri scritta apposta per me.


Perché è vero, quella di Old Boy è una vicenda fondata sulla vendetta. Ma tra tutte le proiezioni mentali che mi sono fatto al riguardo, questa è praticamente l'unica che c'entri qualcosa.

Dopotutto Dae-su, per quanto ci venga presentato come un ometto insignificante, ha ben diritto di sentirsi un filo indignato. Quando si trova improvvisamente proiettato fuori dalla stanza, dopo averci trascorso quindici anni con la televisione come unica compagna, la prima cosa che desidera è trovare il bastardo che gli ha fatto perdere tutto e, letteralmente, mangiarselo.

E' un altro Dae-su quello che torna in libertà, senza più traccia della mediocrità che lo caratterizzava prima della prigionia, quando, tra una sbronza e l'altra, non pareva capace di meritarsi le proprie fortune.

Park Chan-wook evidentemente sa quanto mi piacciono le atmosfere noir, in tutte le loro declinazioni. Quindi inserisce nel suo lavoro l'aspetto investigativo, non tanto per capire chi sia il cattivo della situazione (che ci viene mostrato abbastanza presto, in verità), quanto le motivazioni che lo hanno spinto a un atto così crudele.

 L'origine fumettistica di Old Boy viene omaggiata da Park specialmente in qualche sequenza (come quella famosissima della rissa nel corridoio) e nella costruzione abbastanza frivola della trama.

Detto in parole povere, Old Boy è un film che se ne frega del realismo. Lo fa al punto da inserire quelle che sembrano forzature narrative belle e buone, come l'innamoramento istantaneo della giovane e bella Mi-Do nei confronti del nostro derelitto e ormai anziano Dae-su, o alcuni deus ex-machina, tipo l'ipnosi. Ma si tratta di sensazioni che si accetta di provare per arrivare a una soluzione appagante come poche altre.

Anche se il regista coreano non può proprio rinunciare allo spiegone, questo si intona alla perfezione con l'atmosfera. Un po' perché il noir non rinnega questo stratagemma (altrimenti AgathaChristie non la conoscerebbe nessuno), un po' perché è aiutato da un cast perfettamente aderente ai personaggi.

Il confronto dialettico del climax, con l'emersione della struttura a vendetta incrociata e la sottolineatura che Dae-su, per quanto macchina da guerra temprata da anni di reclusione, non sia cambiato poi molto, è un momento che lascia stupefatti. Per quello che rivela, certo (anche se un'idea su chi fosse davvero Mi-Do me l'ero fatta nonostante i depistaggi di Park Chan-wook), ma soprattutto per la potenza che esce dallo schermo. Potenza che ben si amalgama con i macigni morali che questa storia porta dentro di se.


 Perché il punto è anche questo. Se Old Boy è un film maiuscolo sotto tutti i punti di vista, è proprio nell'ultima sequenza che sgancia la sua bomba e, in sostanza, offre il suo lascito.

Quel sorriso, che forse è un pianto, o forse sta per diventare un urlo disperato, è quello di un uomo che conosce tutta la verità, ma non può più fermare i suoi sentimenti.

La vendetta è un pessimo affare in sostanza. Fornisce uno scopo, va bene. Ma cosa lascia una volta compiuta?

Solo disperazione, sembra dirci Park.

(che finalino cineforum che ho buttato fuori)




Commenti

  1. Un film assolutamente spettacolare, lessi anche il manwa per curiosità ma devo dire che il film lo supera di diverse lunghezze. Sul blog feci anche un confronto tra i due. Non ho mai avuto il coraggio di affrontare il remake americano...

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    1. Nonostante sia opera di Spike Lee il remake spaventa molto anche me. Ma prima o poi il dente dovrò togliermelo.

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