CDC #91- Lui guarda solo al risultato: Lo Sciacallo
Le persone fortemente
motivate riescono a mettere tutte loro stesse nel perseguire un
obbiettivo. Una caratteristica che a volte invidio a chi ne è
dotato, perché permette di focalizzare la propria attenzione su una
cosa sola, gettando via frivolezze come divertimento, amicizia,
amore, vita.
Tuttavia questo
atteggiamento rischia di creare automi pericolosi, mai soddisfatti
delle loro prestazioni, infelici (ma la felicità è frivola),
alienati.
Diciamocelo, quando queste
persone motivate esagerano, rischiano di impazzire.
Prendete un tizio come
Louis Bloom ad esempio. Modesto ladruncolo con il sogno, anzi no, con
l'obbiettivo, di diventare qualcuno. Non il classico personaggio che
vive di espedienti e convinto di un destino fatto di cose grandi in
attesa per lui. No. Louis ha un piano e nessuna paura di utilizzarlo.
Lo Sciacallo è un film
che ci parla del terribile mondo della televisione. Un universo
spietato che non teme di falsificare la realtà per inseguire gli
ascolti, popolato da elementi privi di scrupoli e da un'etica di
facciata sempre pronta ad essere travalicata per ottenere qualche
punto di share.
Un concetto che, a ben
pensarci, è già stato brillantemente raccontato da Sidney Lumet nel 1976 e reiterato con
risate annesse in SOSFantasmi una
dozzina di anni dopo.
Nulla di particolarmente originale nella sostanza, quindi, ma nemmeno
di troppo rivoluzionario per quanto riguarda la forma. Certo, la
fotografia notturna voluta da Dan Gilroy, con quelle luci gialle e la
fluidità della messa in scena, rapisce l'occhio e cattura
l'attenzione. Ma non è li che Lo Sciacallo marca la sua differenza.
Il vero valore aggiunto della pellicola è Jake Gyllenhaal, poche
storie.
Al di la della foto che vi propongo qui sopra, la figura di Louis
Bloom è gelida come una lastra di ghiaccio. Dietro la cortesia e la
gentilezza del protagonista si nasconde un personaggio incapace di
provare empatia per il prossimo. Uno che interpreta ogni relazione
umana come una contrattazione utile a portargli un profitto.
Inutile far finta di non leggere il messaggio anticapitalista che si
nasconde non troppo sullo sfondo. Nei dialoghi, nell'essenza da
manuale del marketing di Louis, in tutta una serie di atteggiamenti
che il film ci mostra, il pensiero di Gilroy è didascalico.
Tutti i personaggi di contorno, compresa la direttrice del network e
l'assistente di Louis, sono solo macchie bidimensionali sullo sfondo.
Bloom li utilizza per raggiungere il suo scopo. Ovvero una crescita
professionale senza limiti.
Anche qui non siamo di fronte all'eclatante scoperta dell'acqua
calda. Volendo di storie così se ne trova a migliaia, magari anche
con un messaggio più sfumato dentro la trama.
Però Gyllenhaal porta sullo schermo la faccia giusta. Ha l'aria di
chi dorme molto poco e gli occhi spiritati che riescono a
visualizzare solo il traguardo. Lo sappiamo fin da subito che
quell'uomo che si muove in scena arriverà a commettere qualsiasi
nefandezza pur di vendere le sue riprese.
Ma siamo così rapiti dalla sua essenza quasi aliena da non poter
fare a meno di stare con lui per vedere quanto sia disposto a
rischiare.
La potenza nel racconto sta in fondo tutta li. Il magnetismo di un
uomo all'apparenza inoffensivo che con il suo atteggiamento
determinato risucchia tutto ciò che lo circonda in una negatività
senza via d'uscita. Oltre che nel thriller, ovviamente, genere
abilmente maneggiato da Gilroy.
Il regista sa costruire la giusta tensione quando questa è più
utile a fare salire il livello di adrenalina nello spettatore. La sua
è una regia che vuole mostrare giocando con la luce, ma senza creare
strappi.
Quando si diletta nel gestire i tempi lo fa bene e il risultato
complessivo porta a un coinvolgimento che lascia un'impronta. Il
classico film capace di sembrare molto migliore di ciò che
effettivamente è.
Un'opera intrigante che mi sono gustato con vero piacere e che
attendevo di vedere da tempo.
Ora però vi devo lasciare. Potrei migliorare il post, aggiungendo e
tagliando frasi, lavorando con l'affinamento e tutte quelle cose li.
Ma non ne ho voglia. In effetti non credo che impazzirò mai per la
troppa motivazione e, in fin dei conti, mi sta pure bene così.
Adesso mi sa che vado a dormire.
Salutini a tutti.
Io e Gilroy ringraziamo per l'apprezzamento
RispondiElimina