Qualcosa finisce, qualcosa inizia.

Se non siete vissuti in una caverna sprofondata nel gelo dell'Antartide, probabilmente siete venuti a conoscenza della recente scomparsa di Fabrizio Frizzi. Ora, non starò qui a pontificare su quanto questo presentatore fosse una persona buona perché non lo conoscevo. Nemmeno vi racconterò di come mi mancheranno le sue trasmissioni, non essendo io un particolare appassionato del genere di varietà che questo artista era solito condurre. Un po' mi dispiace, certo, visto che comunque non mi sfuggiva come il noto presentatore fosse garbato nello stile, caratteristica sempre meno comune in una televisione dominata da esagitati che si urlano in faccia, streghe del pomeriggio utili solo a promuovere dolore e mettere il mostro in vetrina e pseudo giornalismo capace solamente di piazzare microfoni davanti a bocche in grado di dire qualunque cosa. Ma sto andando fuori tema. Apprendere della scomparsa di Frizzi, in realtà, ha smosso qualcosa che se ne stava addormentato dentro ...