FL #14- Incubi e relax: Dredge (2023)

Può un gioco essere rilassante e al contempo inquietare come un racconto di Lovecraft? Si, se curato in modo da fondere assieme le varie anime che lo contraddistinguono. Preparatevi, perché oggi andiamo pescare lasciandoci cullare dalle acque.
Solo che non tutte le creature marine hanno intenzioni pacifiche, questo è meglio saperlo.
Dredge è un gioco piccolo, che come tutte le produzioni lontane dalle A e dai grossi budget, sfrutta la creatività per sopperire alle carenze. La grafica che le nostre schede dovranno elaborare è infatti semplice, leggera, ma molto caratteristica, simile per certi versi a una scenografia teatrale. Niente modelli ultradefiniti e personaggi più veri della realtà, solo semplici effetti e statiche finestre di dialogo.
Scelte indovinate per ciò che deve raccontare il gioco, ovvero la storia di un uomo che finisce a Minolla Maggiore al quale viene assegnata una barca e il ruolo di pescatore del villaggio, con un debito da ripagare e il compito di portare il pesce in porto. Lineare. e rilassante, come dicevo lassù, perché andare a zonzo per la baia è effettivamente un'esperienza tranquilla, arricchita dalla possibilità di dragare il fondale per reperire materiali utili a migliorare il natante e guadagnare qualche soldo extra attraverso i commerci con Minolla Minore.
Il gioco si sviluppa attraverso l'esplorazione, portandoci a scoprire altri quattro arcipelaghi più una manciata di varie isolette. Ogni luogo cela i suoi misteri e ogni personaggio che incontreremo avrà le sue esigenze. A quanto pare siamo gli unici a vagare per il mare, quindi spetta a noi risolvere i problemi della gente, con tutto ciò che questo comporta.
Strane creature nuotano nella acque degli atolli e nessuna di queste pare avere intenti amichevoli. Ma c'è di più, perché ben presto la storia del pacifico pescatore che naviga alla ricerca di cibo per i paesani inizierà a starci stretta. Qualcuno o qualcosa ci ha portati lì e questa entità ci darà il tormento di notte, attraverso allucinazioni, apparizioni e un altro misterioso peschereccio che risponderà ai nostri richiami, ma che sarebbe bene tenere a distanza.
Nulla è ciò che sembra nella nebbia di Dredge.
Di fatto noi siamo la barca e lo scopo del nostro vagare è quello di mettere assieme i pezzi di una storia che sta sullo sfondo dell'eterna lotta interiore che ci vedrà impegnati a scegliere tra le pacifiche sessioni di pesca diurna e le inquietanti ombre notturne con i loro regali inattesi.
Il tutto ci porta verso due possibili finali (uno cattivo e uno crudele) i cui significati si integrano in maniera coerente con il resto dell'avventura, seppur proponendo interpretazioni diverse di ciò che abbiamo vissuto. Completare il gioco in tutte le sue sfumature non è un'impresa facile, quindi il rischio di lasciare qualche sottotrama aperta è concreto. Tuttavia il posizionamento dell'ultimo salvataggio è strategicamente efficace e ci aiuterà a chiudere tutti i capitoli in sospeso senza la classica sensazione di “abusivismo” post end game. Anzi, avremo anche la possibilità di affrontare il finale alternativo (quello crudele), in modo da non perderci proprio nulla di ciò che questo piccolo gioiello ha da offrire.
Dredge è diventato un caso quando è uscito proprio per essere riuscito a convincere tutti (o quasi). pur se presentato in sordina. É una perla che val la pena di essere pescata, perché smuove un mercato sempre più ingessato e intenzionato a proporre continuamente gli stessi modelli.
Preparate le canne, le nasse e le reti e salpate. Ne varrà sicuramente la pena.






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