Iuri legge per voi: Serpico (1973) di Peter Maas


 

Il libro di Peter Maas su Frank Serpico è insieme biografia e appassionante romanzo poliziesco. La storia è quella vera di un poliziotto disgustato dal livello di corruzione che soffoca il dipartimento di New York e della sua battaglia solitaria nel tentativo di creparne le coperture o, quantomeno, di rimanere pulito.
Quella di Maas è comunque un’operazione giornalistica, mirata a denudare le malefatte di chi sta dalla parte del potere, sgretolando l’impunità goduta da certe categorie di persone. Per lui conta il messaggio, quindi del romanzo recupera i ritmi e certi stratagemmi utili a costruire la tensione, ma non il disegno dei personaggi.
L’intento del libro è chiaro e la figura di Serpico viene plasmata con questo scopo. Integerrimo, mai sfiorato dalle tentazioni, tormentato dal comportamento altrui ma mai al punto da mettere in discussione sé stesso e i propri valori. Un monolite a cui Maas affida l’occhio morale del giudice, sorvolando su eventuali debolezze.
Con queste premesse viene naturale schierarsi dalla parte di Serpico nella sua lotta impari ma coraggiosa e giusta. Vien voglia di chiedersi come sia possibile che un’intera organizzazione che dovrebbe fondarsi sul rispetto della legge e il servizio alla comunità, possa sprofondare così in basso da rendere tollerabili i comportamenti che ne infangano il nome.
Altre opere nel tempo hanno provato a guardare il mondo con gli occhi di chi in quel fango ci sguazza, tentando di mostrare come, in fin dei conti, ogni gruppo umano vive per salvaguardare sé stesso e i propri privilegi, sentiti sempre come dei diritti da difendere a ogni costo.
Mi sono venuti in testa mille interrogativi a proposito di storie analoghe che ho sentito in passato. Vicende che viste da un certo punto di vista sembrano impossibili da giustificare, ma che, ribaltando la prospettiva, avvicinandola al quotidiano di tutti noi, assumono contorni inquietanti rischiando di non salvare nessuno dai meccanismi che percepiamo distorti, ma che sono sempre più convinto essere alla base della nostra società.
Magari un giorno parleremo anche di questo, ma non oggi (se volete c’è sempre questo film che toccava alcuni argomenti a tema).
Per questa volta mi limito a invitarvi a non sottovalutare il libro di Maas, anche se già vi siete goduti la versione cinematografica di Lumet con Al Pacino. È un lavoro coinvolgente che appassiona e lega il lettore a sé stesso e al suo protagonista.
Basta ricordarsi che si tratta di un’operazione giornalistica con tutto ciò che ne consegue in termini di furbizie narrative. Riflettendo anche oltre quello che è il messaggio che il libro vuol far passare, secondo me c’è di che tormentarsi.


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