FL #10- Si torna nello spazio: Mass Effect Andromeda

Ricordo come fosse ieri la grande attesa che precedette l'arrivo nei negozi di Mass Effect Andromeda. Del resto la trilogia originale creò una massa compatta di appassionati, pronti a gettarsi sul nuovo titolo con l'entusiasmo di chi ripone una fiducia sconfinata sui propri autori di riferimento; in questo caso Bioware.
Eppure, nell'istante stesso in cui le prime copie iniziarono a girare nelle macchine atte ad ospitarle, esplose una sinfonia di pernacchie degna della Scala.
Al momento della sua uscita Mass Effect Andromeda si presentava come un gioco rotto, zeppo di bug e glitch da non vederne la fine e funestato da animazioni talmente approssimative da cancellare immediatamente ogni speranza di coinvolgimento nella storia, vero valore aggiunto dei capitoli precedenti.
Ma come sempre la pazienza è la soluzione di ogni problema. Bastava aspettare, infatti. Qualche mese. Qualche anno nel mio caso. Poi tutto quanto è andato a posto, gli aggiornamenti sono diventati parte integrante del codice originale e oggi il prodotto finalmente funziona come dovrebbe. O quasi.
Certo, se gestite un blog questa attitudine vi farà perdere l'effetto novità e quindi ogni possibile interesse del pubblico verso l'argomento trattato. Ma fidatevi, per le visualizzazioni del sottoscritto non è che cambi poi molto.
Ai tempi dello sviluppo di Mass Effect Andromeda la diaspora in Bioware era in corso e alcuni pezzi grossi del reparto sviluppo già vagavano verso altri lidi. Tuttavia la società fu in grado di analizzare la trilogia originale e di individuarne punti di forza e debolezze.
Pensate alla gestione dei pianeti ad esempio: la possibilità di utilizzarli come mini vasche di sabbia fu sondata già nel primo capitolo, salvo poi venire abbandonata nei seguiti a causa della scarsa interazione con l'ambiente che offriva.
A quasi dieci dall'uscita di Mass Effect e un'era digitale dopo, la potenza nelle mani del team di sviluppo era aumentata notevolmente, tanto da convincere le teste pensanti a riprendere in mano l'idea e rimetterla in pista con un assetto più organico.
Le superfici planetarie quindi sono cresciute a dismisura, diventando ampiamente esplorabili e piene di cose da fare. I pianeti stessi si sono tramutati nelle ambientazioni protagoniste del gioco, relegando l'astronave e la nuova Cittadella (Nexus per gli amici) al ruolo di semplici raccordi tra un gruppo di missioni e l'altro.
Una scelta che indubbiamente aggiunge profondità, dando la possibilità di passare molto più tempo nello stesso luogo per conoscerlo, gestirne le attività in autonomia ed evitare lo sbattimento dei continui caricamenti.
Un approccio coinvolgente quello che ho avuto con il gioco. Eppure, a lungo andare, Mass Effect Andromeda non ha saputo allontanarsi da quelli che io considero difetti, ma che forse sono le caratteristiche implicite di un prodotto che deve sempre mediare tra il suo animo action e il cuore RPG che gli batte nel metaforico petto.
C'è la questione del gusto personale e di come a me star li a livellare non è che diverta chissà quanto. Ma comunque è un aspetto che ho già incontrato nei capitoli precedenti e che, volendo, è anche facilmente aggirabile. Tanto, quando si padroneggiano le abilità sufficienti ad impugnare le armi decisive per sconfiggere certi boss, il gioco diventa gestibile anche senza perdere troppo tempo dietro a statistiche, punteggi e quant'altro.
Il vero problema, però, è che questi prodotti per dare il tempo al giocatore di sviluppare un poco il protagonista sono costretti a gonfiarsi di ore giocabili come degli enormi gavettoni agostani.
Siccome nemmeno il più talentuoso team di sviluppo è in grado di offrire situazioni eternamente differenti, ci si trova a rifare le stesse cose in decine di missioni che si rivelano tutte uguali.
Una magagna inevitabile, probabilmente, ma amplificata dall'enorme mole di contenuti che Mass Effect Andormeda offre all'acquirente. So che detto così questo possa sembrare un pregio. Ma non lo è. Almeno secondo me.
Perché se anche durante la campagna principale mi costringi a fare le stesse cose, puoi infilare anche diecimila pianeti visitabili nella tua proposta, ma comunque finirai per annoiarmi.
Poi c'è anche l'aggravante. Lassù dicevo che il valore aggiunto della saga Mass Effect è la trama. Un racconto appassionante, vagamente personalizzabile e abbastanza pregno di dilemmi etici (per quanto spesso già percorsi dalla fantascienza) da mostrarsi coinvolgente fino al suo strano finale che tante polemiche generò.
Ecco, qui invece la vicenda perde mordente da subito. Sarà che stavolta tocca invadere un'altra galassia e non difendere la propria (seppur infilando parolacce come integrazione, coesione e condivisione). Insomma, ho provato la sensazione di non vivere in una casa che si scopre molto più grande di come sembrava, quanto di andare a rompere le palle dal vicino, imponendogli la mia presenza dopo avergli svuotato il frigo.
Ma è anche nella struttura pigra della narrazione che il gioco non mi ha convinto. Una sorta di replica della storia originale, con gli Angara al posto dei Prothean, i Relictum in vece dei Razziatori e i Kett in luogo dei Collettori. Il tutto condito da personaggi poco intriganti, oltre che penalizzato dai difetti delle animazioni che, per quanto limati, sono comunque rimasti addosso a certi modelli.
Mass Effect Andromeda è un titolo enorme, questo non glielo leva nessuno. Talmente vasto da essere forse troppo grande. Sicuramente non merita i fischi che gli sono piovuti addosso a causa di una distribuzione frettolosa e può farsi fregio di una serie di idee riuscite e convincenti, che per certi versi migliorano ed espandono i concetti originali della saga.
Eppure non vale nemmeno un quarto dei primi tre capitoli (soprattutto il secondo, gioiello di mediazione tra le due anime del progetto). La voglia di costruire un titolo gigantesco ha offuscato l'aspetto più intimo che il primo Mass Effect fu capace di regalarmi.
Questa è forse la delusione più grossa che ho provato stringendo il gamepad tra le mani. Ho anche il dubbio che certe sensazioni davanti a un videogioco non riuscirò mai più a provarle.
Ma ciò, in fin dei conti, potrebbe non dipendere dai prodotti in se.




Commenti

  1. Ancora oggi non sono riuscito a finirlo. Ci ho provato, l'ho incominciato e abbandonato quando uscì, poi a distanza di 3-4 anni. Andai più avanti, perdendo interesse una seconda volta (forse per sempre).
    Ero un affezionato della prima trilogia, ma questo non mi ha mai appassionato per un semplice motivo: ho detestato i personaggi, a partire dal protagonista. Non i bug, non le animazioni, non la vastità delle mappe (che ti do ragione, qui stanca): sono i personaggi, ciò che fanno, come lo fanno, ciò che dicono.
    Mass Effect era un gioco dallo spirito adulto, Andromeda aveva uno spirito adolescenziale, o peggio, un'immaturità nello sviluppo e nei personaggi che non sono riuscito a tollerare.

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    1. Personaggi molto piatti, inseriti in una storia priva di mordente. Un gioco che dà poche soddisfazioni in generale.

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