CDC #138- Le mani a pistola: Guns Akimbo (2019)

Non ci si inventa più niente. E' dalla notte dei tempi che il cinema critica la morbosità dei guardoni teledipendenti.
Ci sta, dopotutto. Siamo una specie violenta, nata ed evoluta in un bagno di sangue, combattiva e crudele contro qualunque altra, ma soprattutto contro se stessa.
L'arte serve anche a mettere a nudo le nostre debolezze. Ecco quindi un nuovo film che svergogna la nostra sete di sangue. Ma che un pochino la esalta pure, se vogliamo.

Dietro uno schermo tutto è filtrato, quindi accettabile. Un po' il concetto che sta alla base di una pellicola in cui valanghe di persone comuni si appassionano a un gioco della morte. Uno scontro tra assassini (quindi che si ammazzino, tanto è già gente di merda) che prevede un solo finale possibile.
Eppure qualcuno che si indigna contro Skizm c'è ancora. Un leone da tastiera capacissimo di scaricare le proprie frustrazioni nella bacheca dei commenti. Solo che gli organizzatori del gioco non sono semplici blogger della rete, bensì criminali che tendono a legarsela al dito.
Bello vedere Daniel Radcliffe alle prese con un personaggio lontano svariate unità astronomiche dal maghetto che l'ha reso celebre. Uno sconfitto che si ritrova all'interno di una situazione piuttosto pericolosa. Così come piace Samara Weaving, imbruttita quel tanto che basta, nei panni della psicotica e tossica assassina. Sono bravi questi giovani che si mettono in gioco.
Invece l'aspetto di critica è solamente divertente. Che poi, secondo me, è esattamente quello che voleva essere.

Diciamolo chiaro e tondo: a Jason Lei Howden della puntura alla nuova borghesia interessa il giusto. Il suo scopo fondamentale è fare casino e il discorso social rappresenta solo un ottimo trampolino per lanciare il suo spettacolo.
Un approccio da serie B che apprezzo tantissimo, tra l'altro, perché si privilegia la storia (esile) che si vuole raccontare senza per forza infarcirla di lezioni morali. Poi magari Howden esagera, ma questo è un altro discorso.
La messa in scena di Guns Akimbo è una miscela di videogioco e fumetto, in pieno stile 2020. Dopo un prologo velocissimo, utile solo a introdurci il protagonista di questa vicenda, il film parte spedito e per un'ora e mezza non rallenta quasi mai.
E' tutto uno scoppiare, sparare, sanguinare, perdere pezzi. Una pellicola vecchia maniera, sotto un certo punto di vista, ma girata con un gusto estetico contemporaneo fin troppo marcato. Tutto volteggia, la telecamera è pazza e a volte finisce addirittura in prima persona. Un approccio modernista che potrebbe anche starci, non fosse spinto all'eccesso troppe volte.
A fare da compendio a tutto ciò una riga di personaggi scritti con il pennarello grosso, caratteristica che a volte li fa sembrare divertenti, ma la maggior parte del tempo li rende estremamente prevedibili.
Comunque Guns Akimbo fila via veloce come il vento e, preso nella sua interezza, non è affatto un prodotto disprezzabile. Al di la di certi eccessi stilistici che lo appesantiscono, il lavoro di Howden non si dimentica mai cos'è e non fa nulla per sembrare più grande. Un B-Movie messo insieme con un bel budget nel quale due dei giovani attori più promettenti del momento si divertono a interpretare ruoli fuori scala.
Non fosse per uno dei finali più assurdi e anti-climatici che mi sia capitato di vedere di recente, ci troveremo vicino a un'opera soddisfacente.
Purtroppo, però, lasciare la porta aperta a un ipotetico seguito è un'operazione alla quale nessuno rinuncia più. Ve lo dico, secondo me con Guns Akimbo è meglio se ci lasciamo così.
Ma questi sono discorsi che spettano ai contabili, gente che del mio parere non sa cosa farsene.





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