CDC #95- Un pazzo come tanti: Joker
Sono contento di essermi
goduto Joker in sala, perché appartiene a quel tipo di esperienze
che non si esauriscono ai titoli di coda, ma lasciano dietro di se
qualcosa su cui rimuginare per un po', esaltando di fatto il valore
del biglietto.
Sono talmente soddisfatto
da volerne parlare con voi, nonostante mi fossi ripromesso di non
aggiungere la mia alle altre miliardi di voci che intasano il web.
Promesse da pagliaccio le
mie.
Una sola avvertenza. E'
facile che nel discutere di questa pellicola finisca per entrare un
filo troppo nello specifico. Non è detto, ma potrebbe accadere.
Quindi, se ancora non avete visto Joker e volete preservarvi il gusto
di godervelo senza interferenze, facciamo che ci si vede un'altra
volta.
Non sono mai stato un
lettore di fumetti. Tuttavia l'universo di Batman ha sempre
esercitato su di me un certo fascino. I cattivi, in particolare, o
almeno i più famosi tra loro. Penso dipenda dal fatto che a Gotham
non ci sono troppi super poteri, quanto piuttosto un rigurgito
malsano di ciò che è l'umanità.
Tra tutti, Joker è il più
iconico. Nemesi speculare del pipistrello, folle completo, principe
del caos e, fino a ieri, avvolto in un mistero privo di retroterra.
Nessuno sapeva niente del passato Joker e, se si escludono alcuni
tentativi di creazione (come ci
racconta qui il prezioso Moro),
a nessuno davvero interessava. Perché parte del fascino del
personaggio è il buio che lo circonda. Quasi sia un'entità,
atterrata nella città giusta, contro il nemico giusto.
Andare
a proporre una storia di origini proprio del cabarettista meno
divertente della storia poteva rappresentare un grosso rischio.
Ma
Todd Phillips e i suoi sapevano cosa stavano facendo e, per fortuna,
ci hanno portato in sala un film sufficientemente profondo.
Joker
è un film sui supereroi e appartiene di diritto al filone che
nell'ultima dozzina d'anni ha invaso le sale cinematografiche. A
tratti si riconosce la grammatica tipica delle pellicole di origine
tanto presenti nell'universo delle tutine. Non ci si limita a
utilizzare un personaggio popolare dei fumetti per attirare pubblico,
insomma.
Però
qui si marcano due differenze principali rispetto a canoni classici
del genere: si costruiscono le basi di un cattivo e lo si fa a Gotham
City.
Questo
consente agli sceneggiatori di levare dalle scatole la tematica del
predestinato, innanzitutto, purificando il personaggio da poteri e
relative responsabilità e risparmiandoci la convocazione al bene
assoluto. In secondo luogo Phillips ha la possibilità di spostarsi
dall'action classico che governa il filone e offrire al pubblico
un'atmosfera decisamente più adatta alla città corrotta. Mi
riferisco al noir, naturalmente, stile dentro il quale il pipistrello
è cresciuto e a cui, grazie al cielo, da circa tre decenni è
tornato.
Concentrandosi
su un malato di mente rifiutato dalla società, ma con il sogno di
divertire tutti con un sorriso che non sa come fare, il film si
concede quella svolta intimista che in questo mondo è spesso solo
accennata.
Hai
voglia a dire che era meglio il Joker di Heath Ledger o quello di
Jack Nicholson. Joaquin Phoenix lo prende in mano quando il
personaggio non è ne l'uno ne l'altro. Inutile fare paragoni con i
grandi del passato.
Arthur
Fleck è un tizio già abbondantemente provato dai suoi disagi, che
si ritrova di colpo senza riferimenti. Un uomo abbandonato dalla
società che diventa criminale quasi per caso. Provando piacere nel
farlo, per altro.
Vive
in una Gotham inquietante, perché fin troppo simile alle città
odierne. Luoghi dove la gente è devastata dal rancore. Dal questi
contro quelli. Dall'io contro di te.
Ci
sono state molte polemiche, soprattutto oltre oceano,
sull'opportunità di mostrare un film del genere. Incita alla
violenza dicono. Ma se un'opera simile provoca emulazione la colpa
non è del Joker. Lui è il re del caos. Butta il fiammifero acceso.
Ma la benzina, beh, quella è stata versata su Gotham molto prima.
Gotham
City, agli esordi del film, è mostrata come una metropoli densa, ma
sostanzialmente non troppo lontana da una qualsiasi città americana.
Sia essa New York o Chicago. Si stenta quasi a riconoscerla.
Ma
questo film sulle origini non si limita semplicemente a raccontarci
Joker. Ci parla anche di lei. Di Gotham. Quando, alla fine della
vicenda, la rivolta ha ormai preso possesso delle strade, nel vedere
la popolazione mascherata da pagliaccio sembra quasi di riconoscere
gli sgherri del Joker visti nei videogiochi della serie Arkham.
Invece quella è gente comune. Quando scoppia il delirio, Gotham
diventa la metropoli gotica che abbiamo imparato a conoscere nel
tempo. Succede quell'evento famoso la. Scoppia l'anarchia dentro una
città marcia in ogni suo elemento.
La
confusione che affolla la mente distrutta di Arthur piomba sulla
città e allora, finalmente, Fleck è felice. Ci si riconosce. Gotham
e Joker sono la stessa cosa.
Ma
non ditemi che Joker è un rivoluzionario. A lui non frega niente
degli scopi di una rivolta, non ha obbiettivi. Lui scopre di amare la
violenza. Ed è li che si realizza. Gli serve solo un luogo dove
darle sfogo senza più nessun freno.
Ovviamente
tutta questa fase del film è una celebrazione, esattamente come deve
succedere in una pellicola di questo tipo. La musica gonfia le
emozioni. La fotografia, ormai irrimediabilmente cupa, viene
rischiarata solo dagli incendi che bruciano la città. La genesi è
completa. Arthur non esiste più.
In
questo senso si, la violenza fuori controllo può quasi sembrare
esaltata dal lavoro di Todd Phillips. Ma qui è lo spettatore che
deve fare un lavoro di interpretazione. Bisogna pensarci su.
Analizzare un poco. Esercizi alla portata di tutti.
Da
qualche parte ho anche letto che secondo qualcuno questa pellicola
presenta problemi di coerenza narrativa. Qualche buco di
sceneggiatura. Robe simili.
Io
in sala non me ne sono accorto. Ma se li avete notati ditemi.
Trattandosi di una storia che tratta di disagio mentale, con tutto il
corredo di allucinazioni e robe simili, potrebbe anche essere.
Riguarderò
e ci aggiorneremo. Così magari mi gusto anche Phoenix in versione
originale che mi sa che ne vale la pena.
Insomma.
Joker è un film che mi ha convinto. Una storia intensa, che si
presta a più livelli di lettura e che racconta meglio di molte altre
la china da acido gastrico che sta prendendo la nostra porzione di
civiltà.
Curioso
come a spiegarci efficacemente certe cose debba arrivare un
pagliaccio completamente fuori di testa.
Ma
in fondo il cinema serve anche a questo.
Buchi e problemi narrativi non ne ho trovati, sinceramente.
RispondiEliminaForse chi ha notato qualcosa che non va, non ha fatto i conti col fatto che il film è ambientato nel 1981, e dunque anche nelle indagini poliziesche varie cose erano diverse. Chissà.
Comunque, film molto bello, non il filmone della vita ma tra i cinecomics è tra i migliori (si ritorna idealmente al pre-ubriacatura da MCU, scendendo agli anni '90).
Ambientazioni bellissime. Mi piace ciò che hai detto sul fiammifero acceso e sulla benzina.
Moz-
Ti ringrazio per l'apprezzamento. E per la visita.
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