CDC #92- Il genio in prigione: La Teoria Del Tutto

E' capitato a tutti di sedersi sul prato ad ammirare la volta celeste. Quei puntini luminosi incastonati nel cielo buio che inducono a porci mille domande sul senso dell'esistenza, sul chi siamo, su cosa sia quello che vediamo la fuori. O, in serate particolarmente corrette dall'alcol, se davvero gli unici esseri viventi del cosmo abitano in questo pianeta. Le risposte che ci diamo dopo accurate riflessioni svelano la nostra profondità: boh, mah, passami quella birra che se no finisce che si beve da sola.
Perché siamo dei foruncoli incastonati in una roccia alla deriva dentro uno spazio inimmaginabilmente grande. Cosa potremmo mai sapere noi dei misteri del cosmo?
Infatti per queste cose c'è gente come Stephen Hawking.

Una delle menti più geniali della storia dell'uomo imprigionata dentro a un corpo sciolto da una malattia bastarda come poche. Quella di Stephen Hawking è una storia che si scrive da sola, il cui contrasto abbaglia per gli estremi che ci mette di fronte.
Ma se vi aspettate un film che ci mostri complessi geroglifici matematici sfumati dentro una ricostruzione del cosmo in CGI, mi sa che sbagliate.
A venire narrata qui è la vicenda famigliare del fisico. Il modo in cui ha conquistato la bella Jane e la sofferenza dei due nell'affrontare il morbo di Gohering e il degenerare del corpo. La fatica di una vita piena di sacrifici. Il genio che vince sulla disgregazione.
Ma soprattutto tanto, tantissimo caramello.

La prima mezz'ora di film, prima che i sintomi della malattia comparissero, mi hanno fatto venire voglia di prendere la copertina del DVD per capire se avessi messo il disco giusto. Questo l'ho già visto, mi ripetevo. Ma no, si trattava solo di un deja vu causato dalla totale mancanza di inziativa del regista.
James Marsh prende la storia di Steve e Jane e si piazza tre metri sopra di essa, narrandola tentando di toccare il meno possibile i punti vivi. Spazzando via gli aspetti brutti il più possibile. Costruendo un impianto dolciastro già visto e sentito migliaia di volte. Non fosse per la dignità che Eddie Redmayne e Felicity Jones infondono ai personaggi, ci troveremmo di fronte al classico drammone sentimentale.
E' per questo che non amo le pellicole biografiche. C'è sempre una controparte pronta a far volare gli stracci, qualcuno da non offendere, una vita reale da proteggere.
Ma se il problema è questo, bastava cambiare i nomi e i mestieri dei personaggi. Invece di Stephen Hawking si poteva parlare di Johnny Cracker e fargli fare il musicista. Tanto di scienza non è che se ne veda molta in questo film.

Perché qui di potenziale ce n'era. Un cervello perfettamente funzionante in un corpo che si spegne un pezzo alla volta è un argomento straziante. Affondare nelle sensazioni di un uomo brillante che si ritrova a convivere con questa bestia poteva regalare una storia unica. Un vero insegnamento, se vogliamo, per chi come me ha problemi da niente e tende a farne una questione nazionale.
Ma anche lo spirito di una ragazza che sceglie di rinunciare alla propria giovinezza per dedicarsi anima e corpo all'uomo che ama e che forse morirà di li a poco. La sfida che può rappresentare. Il fatto che lui superi le aspettative dei medici è una gioia certo. Ma anche un prolungamento della condanna, sotto un certo punto di vista. Davvero non c'era nulla oltre al miele da piazzare sullo schermo?
Che poi, quando 'sti due si separano, non si capisce nemmeno dove siano i loro figli, tanto per non esagerare con il turbamento. Ma perché nessuno pensa ai bambini?

Capiamoci. I film brutti sono un'altra cosa. Se siete nella serata giusta è facile che La Teoria Del Tutto vi spalanchi i condotti lacrimali e vi faccia allagare il pavimento. Il suo scopo da intrattenitore James Marsh lo porta a casa. Non è che guardarlo equivalga a buttare via due ore.
Solo che si parlava di Stephen Hawking.
Io credo che un genio simile meritasse qualcosina di più.

Commenti

  1. Visto ai tempi in cui era candidato all'Oscar. Non male, ma troppo romanzato e poco interessante, in definitiva. Come hai scritto anche tu, Hawking meritava di più.

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    1. Un vero peccato che si finisca sempre per banalizzare tutto con il miele.

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