CDC #90- Una persona, tanta compagnia: Split
Credo che a M. Night Shyalaman si possa
rimproverare tutto, ma non l'eccesso di pavidità. Dopo aver spaccato
i bottegini con l'horror di spiriti Il Sesto Senso, il regista
indo-americano poteva semplicemente vivere di rendita continuando a
frequentare un genere che in quegli anni dominava le sale.
Ma no, lui possiede la luce. Quindi nel
2000 è sceso in pista al volante di una vettura ancora acerba che
nessuno osava nemmeno toccare. Unbreakable piazzava sul grande
schermo i super eroi quando la massa nemmeno se li filava. Costruiva
una storia di orgini tutto sommato originale, quando non esistevano
metriche comparative. Forniva la sua personale visione del motto dei
poteri e delle responsabilità, senza che nessuno gli avesse chesto
niente.
Poi ha chiuso l'argomento
e si è dedicato ad altro. Sempre restando orgogliosamente pop, ma
comunque evitando di fornire ciò che il suo pubblico, forse, si
aspettava da lui.
Certo, essendo stato uno dei primi a
parlare di supereroi al cinema, tentando di aggiungere una componente
di credibilità all'argomento, a M. Night 'sta cosa che tutti
stessero facendo i bei soldi con le tutine mentre lui se ne stava a
guardare non dev'essere andata giù.
Ecco Split, quindi: un altro racconto
di origini per presentare al mondo il nemico pubblico numero uno. Una
scelta che sembra adeguarsi perfettamente a quello stile Marvel che
ha ottenebrato le coscienze in questi ultimi dieci anni. Ma che M.
Night, naturalmente, porta sugli schermi cercando un approccio tutto
suo.
Il trucco che M. Night utilizza è
quello di trasformare la sua vicenda in un thriller teso che tenga
fuori l'aspetto sovrannaturale quanto più possibile. Ci si accenna
naturalmente, ma per buona parte della visione viene considerata
un'interpretazione esotica dei fastidi del protagonista.
Si perché Kevin è afflitto da un
distrubo di stoppiamento (anzi sventritrenamento) della personalità
che lo rende prigioniero dei suoi ospiti interiori.
Si parla di abusi qui. Gli abusi subiti
da Kevin bambino, ma anche quelli che continua a subire dai suoi
alter ego più forti. O quelli della scienza, ben rappresentati dalla
dottoressa Fletcher, a tal punto affascinata dal fenomeno da non
voler richiamare il controllo di Kevin su se stesso, pur avendone gli
strumenti.
Gli abusi non risparmiano nemmeno il
personaggio femminile principale della storia, quella Casey che in un
film tradizionale sarebbe la protagonista, ma che qui diventa
sostanzialmente una final girl mora.
Night sembra utilizzare
alcune prerogative degli slasher per portare in scena il suo
thriller. Le tre adolescenti rapite, per esempio, sono in realtà tre
attrici abbondantemente ventenni dai fisici perfettamente cesellati,
che il nostro fa spogliare (almeno in parte) sfruttando i pertugi che
gli consente la trama. Inquadrature sapienti danno un tocco
pruriginoso che si adatta ad alcune delle personalità di Kevin, ma
che ovviamente sono utili anche a creare un po' di turbamento nello
spettatore maschio mediamente giovane che è l'esatto obbiettivo di
M.
Per il resto Shyalaman ha
dato le chiavi del mezzo a James McAvoy dicendogli guida tu.
E James guida. Riesce a
interpretare almeno quattro personalità con credibilità sufficiente
a riconoscerle anche senza orpelli visivi. Grazie alla faccia, alla
voce e al movimento del corpo. Non male. Anche se forse non qualcosa
di incredibile come ho sentito dire spesso.
Laddove il racconto mi è
parso debole è nell'utilizzo ostentato dei flashback. Forse me lo
avete già sentito dire che questa tecnica mi è venuta a noia. Qui
viene alternata ai soliti spiegoni per mettere in chiaro quali siano
i tratti fondamentali dei caratteri di Kevin e Casey. Potevano
funzionare, perché la storia di Casey è ben bilanciata, ma spezzano
il ritmo di una vicenda che avrei amato di più se fosse stata
raccontata tutta di un fiato.
Insomma, un'esperienza un
pochino deludente, se devo essere onesto. Mi aspettavo molto da
quest'opera, anche perché ne ho sentito parlare solo in termini
lusinghieri. Invece, al di la della buona prestazione di Mc Avoy e di
qualche spunto interessante nella back story di Casey, non ho trovato
particolarmente interessante il progetto.
E' anche vero che con
Shyalaman la prima volta non è sempre quella giusta. Quindi
probabilmente un giro me lo rifarò.
Nel frattempo vi saluto
calorosamente.
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