CDC #87- Riduzioni a perdere: Seta

Potete dirmelo senza timidezze: tutti avete letto una volta un libro capace di svoltare la vostra vita. Ne sono sicuro perché è una frase che ho sentito di frequente. Non che a me sia mai capitato, capiamoci. Ma so che accade spesso.
Pur non potendo annoverare la sensibilità necessaria per partecipare al giochino, riesco a comprendere che una lettura papabile per diventare il libro della vita potrebbe essere Seta, di Alessandro Baricco.
Una storia dalla trama magari non rivoluzionaria, ma avvolta in un'atmosfera fiabesca che le dona un tocco speciale. Quasi unico nel suo genere.
Soprattutto una lettura che fila via rapidissima, grazie al garbo dell'autore e all'effetto ciliegia dei suoi capitoli cortissimi.
Davvero, io lo capisco: ci si può innamorare perdutamente di un libro così.
Naturale quindi che il mondo del cinema, eternamente a caccia di idee da portare sullo schermo, abbia pensato a Seta. Specialmente all'epoca delle suggestioni da favola adulta imposte dal mondo di Amelie.
Chissà, dev'essere per questo che la produzione si è rivolta a un regista francese. Magari la speranza era che oltralpe esistesse un vero movimento in questo senso.
Invece l'unico risultato che Girard è riuscito a ottenere è stato quello di trasformare una lettura bruciante nel più lungo film da un'ora e cinquanta mai apparso sullo schermo.
Una storia che tra le pagine del romanzo pareva lieve come la più delicata delle farfalle, qui rimane imprigionata in una materia vischiosa che le impedisce di procedere.
Insomma, fuor di metafora, direi che il ritmo è il più grave problema del Seta cinematografico.
Ma non l'unico signori miei. Affatto.
So benissimo che non bisognerebbe comparare mai una storia raccontata attraverso due medium diversi. Cambia la grammatica. Cambia l'assimilazione. Cambia tutto.
Però è inevitabile mettere in parallelo le varie versioni. Specialmente in un caso come questo, dove Francois Girard tenta disperatamente di rimanere allacciato allo scritto di Baricco.
Quindi tanto vale dirselo serenamente. Mentre leggevo il romanzo io Hervè lo vedevo come un tizio vicino alla mezza età, con i capelli spruzzati di bianco e il fisico un po' appesantito da una vita fatta di continui viaggi e rientri.
Vedere le smorfiette di Michael Pitt, uno che dimostrerà sempre venticinque anni t(e che all'epoca ne aveva realmente ventisei) non ha fatto molto bene al mio attaccamento verso il personaggio.
Magari è un problema mio, non dico di no. Ma un signore con quelle sensazioni, con quelle disillusioni, con quell'amarezza di fondo e quelle battaglie interiori, deve aver vissuto a sufficienza. Sono contrasti che emergono da lunghi matrimoni, dalla vita sregolata del viaggiatore. Dalla difficoltà che si incontra quando un sentimento dato per certo come l'amore per la propria moglie si schianta contro una passione improvvisa e insana. Una passione che, appunto, ringiovanisce.
Il romanzo di Baricco non si risolveva tutto li, naturalmente. Ma li trovava un motore piuttosto imponente per spingere la sua storia.
A ciò va sommata la scelta di affiancare il bel Pitt a quella là che non ho nemmeno voglia di nominare. Una coppia buona per i rotocalchi forse, ma assai irritante da gurdare sullo schermo.
Ora, che io quella li la detesti come una verruca sul piede è cosa risaputa. Sono fatti miei. Ma vi sfido a dire che in questo film la sua espressione svanita funzioni. Perché non vi credo.
Dentro al personaggio di Hèlène c'è un mondo intero. Una lacerazione, una sofferenza e una lotta che quei dannati occhi sognanti non mi mostrano. Mai.
L'unico effetto che l'alchimia tra i due attori produce è un sentimentalismo appiccicoso che stomaca e allunga oltre misura il tempo percepito delle scene durante le quali compaiono insieme.
A completare il desolante quadretto un'aspetto da film televisivo e una scelta musicale poco coraggiosa.
Con Seta sono riusciti nell'impresa di gettare alle ortiche un grande materiale di partenza. O magari proprio in virtù di quel materiale non si poteva fare qualcosa di buono. Non lo so.
So solo che se Seta è un romanzo che può farvi innamorare della lettura, il film è uno di quelli che potrebbe proiettearvi lontano dal mondo del cinema.
Arrivederci.

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