CDC #84- Il primo vendicatore: Howard E Il Destino Del Mondo

Umiliato, vilipeso, ridicolizzato. Il destino di questo film ricorda molto da vicino i primi passi nel nostro mondo del suo protagonista. Ma se il papero Howard risce nel suo percorso di redenzione, si può dire altrettanto della pellicola di William Huyck?
Si lo so che conoscete già la risposta. Ma abbiate pazienza.

Howard E Il Destino Del Mondo è pieno di difetti. Una sceneggiatura balbettante, un ritmo ondivago, una messa in scena invecchiata alla velocità della luce.
Ma se prima di un film con un papero parlante, Sky consiglia la visione ai bambini accompagnati, si capisce che il mostro abita un po' più in profondità.
Da una parte esiste un fumetto che mi suggeriscono essere piuttosto maturo. Dall'altra il perbenismo della collina e le mani unticce di George Lucas. Si quello capace di gettare l'epica della sua storia tra gli escrementi di un branco di orsetti pucciosi. Esatto, quello in grado di partorire da li a dieci anni il simpaticone più odiato del grande schermo. Lui.
Le due anime creative si fondono in una miscela alquanto bizzarra. Se da un lato le disavventure goffe del papero e la sua scena finale strizzano l'occhio agli infanti, certe scelte narrative, come quell'allusione interanimale tra Howie e la bella, puntano su un'ironia non proprio under 10.
La battaglia d'intenti è il vero tarlo di questa commedia. Che comunque soffre anche di svariati altri acciacchi.


Howard The Duck è un film decisamente lungo per la storia che vuole raccontare. Il che costringe la sceneggiatura a ripetersi un po' troppo spesso. Vedere le almeno tre volte in cui il papero evita per un soffio di venire investito da un camion per intuire cosa voglio dire.
Di conseguenza la vicenda fatica a prendere l'abbrivio lasciando troppo spazio ai dubbi sulle reazioni della popolazione nel trovarsi davanti un'anitra antropomorfa parlante. Non si dovrebbe arrivare a chiedersi come mai qualcuno si spaventi, altri credano che sia uno scherzo, mentre altri ancora sembrino considerare normalissima questa situazione. Ma succede e questo è sbagliato in un film che come prima cosa deve stabilire il patto autore-spettatore.
In questo senso la seconda parte è migliore della prima, nonostante ciò che accade sullo schermo non sia certo una sorpresa eclatante.
Certo, quegli effetti speciali sovrapposti oggi fanno sanguinare gli occhi, visto e considerato che si tratta di una produzione Lucas. Ma volendo ci si può passare anche sopra.

Poi ci sono tutti quelli che ruotano attorno all'inquietante paperella animata. L'imberbe ed eccitatissimo Tim Robbins, il Gerry Scotti americano Paul Guilfoyle, il solito caratterista Jeffrey Jones. Tutti danno qualcosa, ma l'unica che sembra davvero credere nel progetto è la star incredibilmente anni ottanta Lea Thompson. La ragazza recita assieme a quel coso con la credibilità sufficiente a farci dimenticare molti dei problemi che la sceneggiatura sparge qua e la. Il suo personaggio, per quanto scritto con una certa ingenuità, funziona ogni volta che compare in scena, aiutando questo lavoro a tirarsi fuori da un fango altrimenti non guadabile.

Il papero Howard alla fine trova il suo posto nel nostro mondo, anche se per assaporare la sua soddisfazione ci tocca sorbirci il finale musicato drammaticamente tipico di quei tempi.
La pellicola in quanto tale, però, non può ambire allo stesso successo. Anche dopo trent'anni e con l'abitudine a ingurgitare cinefumetti che ci è presa a tutti, il capostipite Marvel soffre di tutti i problemi che ne decretarono il flop nel 1986.
Ma di definirlo orribile non me la sento proprio. Confuso, forse. Raffazzonato, magari. Ma brutto proprio no. Perché, al di la delle sue macroscopiche imperfezioni, non riesco a non vedere l'amore per il progetto che è stato infuso qui.
Dietro ad Howard c'è una Hollywood che vuole innovare e non lesina spese nel farlo. Checché ne dica Yoda, provare non vuol dire riuscire. Ma quantomeno è qualcosa.
Piuttosto che le tutine in fotocopia che hanno buttato fuori nell'ultimo decennio, mi sa che Howard una sua personalità da rivendicare la possiede ancora.
Chiaramente questo saporino tutto sommato gradevole verrà spazzato via dalla macchina mangiasoldi targata Disney-Marvel, in quanto scommetto quello che volete nell'esistenza di un progetto di un reboot prossimo venturo. E allora potremo dire addio al vecchio papero e al gusto tutto sommato ingenuo che i cinecomics provavano a mettere sullo schermo.
Che il raggio traente dello spettroscopio ti sia lieve, Howie.

Commenti

  1. Adoro ovviamente questo film, che altrettanto ovviamente è nella mia collezione homevideo.
    Quando appunto i cinecomics erano ancora lontani dai macromondi e$pan$i (non che oggi sia un male, è solo un'altra volontà dietro la questione).
    Film anni '80 allo stato puro, con tuttii difetti del caso ma che diventano pregi.
    Oh, Italia 1 lo manda ancora in onda spesso: mica deve per forza essere spazzato via ;)

    Moz-

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    1. Lo manda in onda spesso perché è ancora vergine. Vedrai se ci sarà un reboot che fine farà questo.

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  2. Terrificante. Quando lo vidi la prima e unica volta, credo una domenica mattina su Italia 1, avevo forse 12-13 anni e ne rimasi scioccato. Era la prima volta che assistevo a un film tanto brutto da essere innegabilmente scemo. Tre sono le scene che non riesco a cancellare dalla mia memoria: la spiegazione dell'evoluzione dell'anitra (spaventosa), Lea Thompson che sta per baciare un'anatra aliena nana e antropomorfa (perché?!) e quando al cattivo gli escono tipo le chele dalla bocca e Lea Thompson strilla (che è quello che avrei voluto fare io per tutto il film).

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