CDC #80- Sconfiggere la calura: SOS Fantasmi

Molto tempo fa il pianeta terra ribolliva soffocato dalle esalazioni sulfuree. I pochi sfortunati che lo abitavano dovevano difendersi da terrificanti creature alate assetate di sangue, respirando una miscela acquosa arroventata dalle fornaci demoniache. I lamenti dei dannati udibili in ogni anfratto parlavano una lingua arcaica oggi conosciuta come spagnolo.
Quell'era terribile viene ricordata con un nome che al solo pronunciarlo provoca sgomento. Un nome nefasto che rammenta a tutti quanto crudele possa diventare il destino. Quel nome è: estate.
Non esisteva metodo efficace per sfuggire alla presa bollente del diavolo che l'aveva creata. Molti ci provarono, ma quasi tutti fallirono, schiacciati tra le danze degli angeli caduti che lanciavano anatemi impronunciabili verso i poveri umani. Parole terribili come despacito, noche, me gusta mucho.
Poi, un giorno, un'eroe uscì dalle fiamme brandendo un'arma lucente. Ciò che restava dell'umanità, ormai sconfitta, riprese fiducia e vigore e alzò lo sguardo per ammirare la splendida arma forgiata direttamente nei cieli. Tutti credettero di vedere Excalibur.
Ma ciò che stringeva nel suo pugno quello splendido eroe era un manufatto molto più potente. Un dono antico di trent'anni fattogli dal maestro Sky Go, appartenente alla setta degli on demaind; i detentori della saggezza cinematografica.
La scritta a caratteri runici incisa sopra recitava: SOS fantasmi.
Forza grande gelo! Vieni a me!
Facciamo che la faccio finita di fare il cretino va.


SOS Fantasmi (applausi scroscianti per il titolo italiano) è la commedia adatta a chi cerca il classico di Natale. Innanzitutto perché il passar dei decenni l'ha trasformata in un cult. Poi perché si occupa di una delle storie più raccontate sotto le feste: il cantico di Natale di Charles Dickens.
Donner, però, vuole portare le tematiche ottocentesche ai giorni nostri. Quindi il protagonista diventa l'incarnazione del potere moderno, ovvero il presidente di un network televisivo. Non è tanto l'avidità verso il denaro a guidarlo, quanto il sogno di conquistare il pianeta attraverso il medium che più di ogni altro fagocita le coscienze.
Murray terrorizza con la malattia e infonde la cura. Lo fa pubblicizzando e mettendo in piedi una recita natalizia in diretta mondiale: la rappresentazione del cantico di Natale di Charles Dickens. Ma guarda un po'.
Una finezza meta-cinematografica che, se sfruttata a dovere, poteva aggiungere molto pepe alla vicenda. Ma che purtroppo rimane sullo sfondo.
Qui il mattatore unico è Bill Murray nel momento più brillante della sua carriera. Donner lo sfrutta mantenendolo praticamente sempre in scena. Scelta motivata probabilmente da quell'espressione assente e dalla fisicità notevole dell'attore all'epoca, ma che toglie profondità a una storia già di per se digerita dopo centinaia di rimasticazioni.


Donner prova a gestire il suo amalgama fatto di classico e modernità nel miglior modo possibile. In alcuni momenti, specialmente nella prima parte, il film diverte. Ma i ritmi a lungo andare si plafonano un po'.
Murray passa poco tempo con i fantasmi ed è un peccato vista la forza dei tre personaggi. Per di più siamo a Hollywood e il romanzo rosa si prende uno spazio che non gli compete, diventando addirittura lo snodo principale della trama.
Così il potere evocativo dei buoni effetti speciali non rende quanto dovrebbe. Il cuore di una vicenda che, se raccontata bene, aveva molto da offrire, non batte mai veramente, rimanendo schiacciato dalla figura dell'ex-acchiappafantasmi, elemento troppo carismatico per non mangiarsi tutta la produzione.
Serve a poco un Robert Mitchum in versione stordita. Così come funzionano solo a tratti le macchiette che circondano la vera star per tutta la pellicola.
Ma dal cantico di Natale uno non è che si aspetta molto più di questo. Se ci aggiungiamo che si tratta di un'opera prodotta sulla collina per le feste, posso pure buttare giù il classico finale glicemico.
Però dai, a tutto c'è un limite.
Passi per il monologo conclusivo tutto cuoricini di Murray. Ma la canzone no. La canzone che tutti cantano no. Far finta di dirigere la sala cinematografica in un coro no. Questo è troppo pure per il ventiquattro sera. Figuriamoci per l'inferno di Luglio.


Quindi ecco che il potere del manufatto si spegne lentamente. I demoni alati terrorizzati dalla forza dell'antico oggetto riprendono vigore. Il magma ribolle sotto i piedi di quel bellissimo eroe che ha lottato per riportare l'equilibrio.
L'estate, quel male che ogni anno ricopre come un sudario le speranze degli umani, torna a dominare indisturbata. A nulla serviranno i soldati vestiti da Babbo Natale che a ferragosto tentano invano di divertire la popolazione afflitta.
Gli angeli caduti ricominciano a danzare i loro ritmi latini al suono della Gasolina o di chissà quale altra aria maledetta composta da Satana in persona.
Ma una battaglia persa non significa che sia finita. Prima o poi il maleficio terminerà.
Nel frattempo resistiamo. So che possiamo farcela.
Urlate con me. Evviva l'inverno!
Ok, la smetto.

Commenti

  1. Evviva l'inverno!
    Finalmente si torna ai vestiti più fighi dell’armadio, alle cene più sostanziose e a vedere i classici di Natale, tipo questo è uno dei miei proprio del cuore, stucchevole come solo “Canto di Natale” può essere ma tra tutte le mille milioni di versioni possibili, per me questa se la gioca (vincendo) con quella dei Muppet, grazie fondamentalmente alle trovate di Donner e alla prova di Bill Murray. Per fortuna sta per tornare l’inverno! ;-) Cheers

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    1. Ooooh. Un soldato per l'esercito che sto mettendo su contro l'estate. Sei il primo. Spero non ti dispiacerà anche essere l'unico oltre a me. Ma ce la faremo!

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  2. Mi aggiungo a chi non sopporta l'estate pur abitando al mare... però le feste Natalizie mi piacciono solo per i film a tema, come questo, che adoro fin dalla più tenera età :)

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    1. Ti considero arrolata nell'esercito anti-estate. Scegli tu la funzione che vuoi svolgere, tanto non vinceremo mai.

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